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CALCIO E STORIA – Lo scudetto del 1944 dello Spezia

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Quella dello Spezia che vinse il campionato di calcio nel 1944, è un’impresa che quasi nessuno conosce.

La storia che sto per raccontarvi potrebbe prestarsi alla sceneggiatura di qualche film tipo “Fuga per la Vittoria” con Pelè e Stallone.

Siamo nella seconda guerra mondiale e, dopo l’otto settembre, l’Italia si trova a vivere giorni di sbandamento e di paura.

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La federazione italiana gioco calcio, per cercare di dare un segnale di continuità, decide di organizzare un campionato di calcio di serie A con le squadre delle città del Nord non erano state occupate dagli alleati.

A​ tale campionato viene iscritto lo Spezia con la denominazione di Vigili del fuoco della Spezia. 

In realtà, nessuno di essi è un pompiere ma, attraverso questo stratagemma, i giocatori possono evitare di essere catturati nei rastrellamenti come disertori, considerato che il corpo dei pompieri era alle dipendenze del Ministero degli interni.

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Lo Spezia, nel 1943, è reduce da un sesto posto nel campionato di serie B e​ viene completato da alcuni giocatori come Gramaglia, difensore del Napoli, e Angelino, attaccante di quel Livorno che nel campionato di serie A precedente è arrivato secondo.

L’allenatore è Ottavio Barbieri, ex giocatore del Genoa e della nazionale di Vittorio Pozzo.

Il campionato si svolge tra mille peripezie: bombardamenti, mancanza di cibo, difficoltà negli spostamenti, per mancanza di collegamenti stradali tra una città e l’altra.

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Tuttavia niente riesce a fermare i giocatori dello Spezia. Scelgono di viaggiare seduti sul tetto dell’autobotte dei pompieri e scambiano il “prezioso” sale, che ottengono nella città ligure facendo bollire l’acqua del mare, con prodotti alimentari dei contadini dell’Emilia.

Sul campo di gioco sono inarrestabili e, nonostante il pericolo delle bombe, sconfiggono tutte le avversarie, compreso il temibile Bologna, arrivando a qualificarsi alla finale di Milano a tre con Venezia e Torino.

La prima partita Spezia-Venezia, che si disputa all’Arena di Milano​, finisce 1-1.

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Nella successiva, lo Spezia affronterà il Torino di Valentino Mazzola, allenato da un certo Vittorio Pozzo, ct della nazionale, considerato imbattibile.

E’ il 16 luglio del 1944 e quel giorno a Milano si realizza l’impossibile.

Prima della partita, Vittorio Pozzo, allenatore del Torino, entra nello spogliatoio dello Spezia e dice che non sarebbe un disonore perdere con tre goal di scarto.

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Questa frase accende l’animo dei giocatori spezzini che entrano in campo con un ardore mai visto.

Lo Spezia, dopo sedici minuti, si porta in vantaggio con Angelini, il Torino reagisce subito con Silvio Piola al 23′.

La squadra ligure però non si disunisce e riesce a riportarsi in vantaggio prima dell’intervallo, con il secondo gol di Angelini.

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Nella ripresa, il Torino attacca in maniera furente con tutti i suoi campioni: Ossola, Gabetto, Loik, Piola, Ferraris ci provano, uno dietro l’altro, ma non riescono a segnare.

In pieno recupero, l’ultimo ad arrendersi è Valentino Mazzola, ma il suo tiro finisce sulla traversa.

E’ l’ultima azione.

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Lo Spezia vince 2-1 tra l’incredulità generale e di tutti i giornalisti sportivi presenti.

In quell’occasione, l’allenatore Ottavio Barbieri introduce per la prima volta nel calcio la figura del libero (non ce ne voglia il mago Herrera), affidando tale compito a Wando Persia che il giornalista della Gazzetta dello Sport definisce “terzino vagante”.

Grazie a questa mossa tattica lo Spezia riesce a neutralizzare tutti gli attacchi del Torino.

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Nell’ultima partita il Torino vince 5-2 contro il Venezia, sancendo la vittoria della compagine spezzina.

Tuttavia la Federazione​, dopo la fine del campionato, cambia​ idea e decide inaspettatamente di non assegnare il titolo di campione d’Italia allo Spezia.

Soltanto nel 2002, dopo la riapertura di un processo di revisione storica, la F.I.G.C.​ riconosce il merito sportivo dello Spezia e, non potendo assegnare dopo quasi sessant’ anni lo scudetto, decide di assegnare un titolo onorifico.

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​A parziale risarcimento viene però data allo Spezia la possibiltà di esibire sulla maglia un tricolore “perenne”.

Un’impresa, quella dello Spezia del ’44, che è stata pochi mesi fa nuovamente presa in considerazione dalla FIGC per il riconoscimento ufficiale dello scudetto.

In seguito alla storica promozione in serie A, sarebbe un avvenimento importantissimo per una città che, dopo oltre settant’anni, continua a sognare.

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