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CALCIO E STORIA – Il calcio nella terra dei canguri

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Il nostro racconto inizia all’ombra degli alberi di eucalipto: là nella terra dei koala e dei canguri, dove gli inglesi avevano deciso, tre secoli fa, di portare la bandiera dell’Union Jack, il calcio ha avuto origine già agli inizi del 1800.

Siamo in Australia e, in diverse località della città di Melbourne, vengono disputate le prime partite di football.

In realtà non  è ancora il nostro calcio, come lo conosciamo oggi, ma un tentativo rudimentale di dare forma a questo nuovo gioco con palla. Le regole non sono codificate, si decidono al momento. Si gioca un po’ dove capita, nei parchi pubblici, nei campi delle scuole, nelle praterie dove vengono organizzate le feste di paese.

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I concetti di spazio o di confine del campo sono idee che mal si conciliano con un continente così vasto come quello australiano.

Ecco quindi il perchè di un campo lungo anche quasi ottocento metri, con squadre formate da ben quaranta giocatori per poter coprire questa superficie immensa. Non ci sono porte, ma solo lati da difendere e da conquistare.

Con il passare degli anni, si sente il bisogno di dare una regolamentazione scritta e uguale per tutti.

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Artefice e precursore di questo nuovo football è un certo Tom Wills, perchè come in tutte le storie c’è bisogno di un protagonista.

Tom nasce in Australia, nella colonia del nuovo Galles del sud, ma cresce a Vittoria. Non ha amici inglesi, anzi non ha amici di razza bianca, ma vive a contatto con gli aborigeni. Impara la loro lingua, le loro tradizioni e i loro passatempi. Li osserva spesso mentre giocano con una palla fatta di pelle di opossum: è il Marn groock, un gioco nel quale si usano solo i piedi per calciare.

Un bel giorno Tom parte alla volta dell’Inghilterra, dove apprende e pratica per alcuni anni il cricket e soprattutto il nuovo sport: il rugby. Una volta ritornato in Australia, Wills trae insegnamento da queste nuove idee assimilate in Inghilterra e dà un impulso fondamentale per la redazione delle regole di quello che diventerà il football australiano, dando vita alla codificazione “ vittoriana del calcio”.

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Serviva infatti uno sport per tenere in forma i giocatori di cricket durante l’inverno e soprattutto un gioco meno rude rispetto al rugby, che potesse preservare il fisico e permettere agli uomini di non venir meno ai loro compiti lavorativi.

Si arriva così al 1858 e per uno strana combinazione, in contemporanea con la nascita in Inghilterra della prima squadra di calcio, lo Sheffield, dalla parte opposta del mondo viene disputata la prima partita ufficiale di calcio a Melbourne, tra il Melbourne School e lo Scotch College.

È il 7 agosto, ed è inverno nell’emisfero australe, ma è un giorno che segna la primavera del calcio australiano e forse mondiale.

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Alcuni ipotizzano addirittura che la nascita dello Sheffield possa essere stata ispirata dalle regole di questo gioco praticato in Australia, dal momento che alcuni tra i membri fondatori del calcio inglese sarebbero emigrati anni prima nel continente australe, entrando in contatto col football inventato da Tom Wills.

Prova di questa affinità sarebbe, secondo alcuni studiosi, la comune assenza della regola del fuorigioco in entrambi i football.

Fatto sta che gli inglesi vengono da sempre considerati i creatori del calcio, ma che a suggerire tale invenzione possa essere stato un bambino aborigeno del sud dell’Australia, abitante nella parte più recondita e dimenticata del nostro pianeta, sarebbe la scoperta più affascinante e avvincente dai tempi di Galileo Galilei.

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