Approfondimenti
ÇA VA SANS DIRE – Obtorto Protocollo

Giacchino facette ‘a legge
e Giacchino fuie acciso
Alle granitiche certezze dei partigiani pallonari, tutt’a un tratto fini giuristi, non potrò che opporre i miei consueti dubbi. Che talvolta sfumano oltre l’erba alta con la bruma del primo mattino: talaltra perdurano, ed è questo il caso. Quand’ecco mi soccorre la saggezza popolare.
Strenuo sostenitore del Popolo e nemico detestato dalla Chiesa. No, macchè sovrano comunista: correva appena l’Ottocento. Ebbe premura di proteggere il Suo Regno – e se stesso, beninteso e innanzitutto – imponendo la legge che puniva l’attentato: senza indugio, fucilazione!
Seppe vincere, seppe regnare e seppe pure morire.
Quando Napoli cadde nelle mani dei Borbone, Gioacchino Murat riparò in Corsica. Tentò la riconquista, fece rotta su Salerno: fu fatale la tempesta. Scarrocciò a Pizzo di Calabria e fu preda dei gendarmi. Nelle prigioni del castello, i giudici applicarono proprio quella legge: a morte il rivoluzionario. Il giusto processo. Fiero alla condanna, Gioachino si contenne: l’ultima parola la pose al fuciliere. Risparmiate il mio volto, mirate al cuore, fuoco!
La vulgata assimilò e partorì il proverbio. Gioacchino perì della sua regola. Perì per mano sua.
Quando in primavera la Pandemia ci colse e ci sconvolse, fermò finanche il calcio: non c’erano le condizioni. Senza falsi moralismi, a tragedia s’aggiungeva catastrofe: economica, e certo! Interrompere il Campionato stava a dire a gambe all’aria: le componenti si guardarono tremebonde. Occorreva il modo di ripartire. Cominciò la gestazione, il travaglio durò mesi, si partorì la soluzione.
Il Protocollo.
Redatto dalla Lega, sottoscritto dai Presidenti, approvato dal Ministero: avrebbe salvato il Calcio dall’attentato del Virus. Si riprese, si concluse, ci si illuse. In autunno tornarono i contagi, e le certezze vacillarono. E siamo ad oggi.
L’elegante sfoggio di magniloquenza giuridica mi ha affascinato, non lo nego. E pure le sottili trame geopolitiche sottintese alla vicenda, vi dirò. Juventus-Napoli: ognuno dal suo lato, tutti hanno risposte e sanno chi ha ragione.
Il Napoli non si è presentato, le regole certe, zeroattrè. La Juventus ruba i punti, l’isolamento fiduciario, la forza maggiore.
DeLaurentiis s’è attivato con DeLuca affinchè l’ASL bloccasse la squadra. Come la Juve s’era mossa per l’esame di Suarez. Ma quante ne sapete…
I Padroni del Calcio hanno scelto il compromesso per ricominciare. Il Ministero della Salute ha messo al bando l’ipocrisia ed è venuto appresso: non si potrebbe fare ma dannazione, gli interessi sono troppo grossi. Senza eccezioni alle regole sanitarie il Campionato scorso non sarebbe mai finito e questo in corso una chimera. Hanno redatto il Protocollo, sissignore: credevano cosa, di aver riscritto la Costituzione?
Per quei due o tre storditi che non lo avessero inteso, il Protocollo è lo strumento attraverso il quale non già gestire la normalità ma governare il Caos. Se lo si maneggia come nell’ultima settimana diventa la rovina.
DeLaurentiis ed Agnelli sono i capofila di due eserciti che si stanno fronteggiando su un crinale: o ci si ferma ora o finiscono di sotto, tirandosi appresso tutta la baracca. Io non comprendo.
Non comprendo come il Napoli abbia potuto non attrezzare per tempo una struttura dove isolarsi come squadra. Proprio Aurelio che sta tanto avanti: vuo’ fa l’Americano e non hai visto l’NBA? Prima ancora della squadra andava approntata la Bolla: e non perché una legge te lo impone, ma nel tuo stesso interesse, chè quello è l’unico strumento per allenarsi e poi giocare. A prescindere ed a priori.
Non comprendo come Agnelli non abbia alzato la cornetta per chiamare il Collega e dirgli: oh, non ho capito però sì, rinviamo. Mettiti a posto e poi ne parliamo. Chè quello che è successo mette a rischio il Campionato, e le peggiori conseguenze finanziarie sarebbero proprio della Juventus.
Pensare che il Protocollo possa essere equiparato ad una norma pandettistica, inderogabile è sfoggio di autolesionismo. Interessi enormi vanno tutelati: sarebbe stupido non farlo. Ma l’unico modo possibile perché il Protocollo abbia una utilità è che venga interpretato dall’alto di un principio esso sì inderogabile, comune e supremo: il Buon Senso.
La maledetta pandemia è in divenire, ciò che vale oggi domani chissà. Se pensano di applicare il Protocollo con rigidità il Campionato non finisce. Non comprendo a chi convenga.
Ha sbagliato il Napoli nel mettersi nella condizione. Ha sbagliato la Juventus a non tendere la mano. Ha sbagliato la Lega a non prender tempo. Hanno sbagliato chissà, forse pure il Genoa nei controlli e l’Asl Napoli 1 a non confrontarsi.
Però siamo ancora in tempo. Per un anno bisogna tifare per la SerieA prima che per la propria squadra, qualunque essa sia. È un investimento a lungo termine, per tutti.
Quanto al Protocollo, maneggiatelo con cura. Si rischia la fine di Gioacchino: fece la legge per proteggersi, di quella legge morì.