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TACCHETTI ROSA – La partita del cuore

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Mentre trepidanti attendiamo la fine del ritiro delle nostre squadre di calcio e l’inizio del Campionato di Serie A, c’è una partita che qualche sera fa ci ha intrattenuto scaldando i cuori, appassionandoci e anche facendoci sorridere grazie ai suoi protagonisti.

È la “partita del cuore” giocata allo stadio Bentegodi di Verona e trasmessa in diretta su Rai1 che ha visto avvicendarsi quattro squadre formate da undici titolari e quattro capitani di eccezione: Alessandra Amoroso, Gianni Morandi, Raoul Bova e Salmo.

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Il tutto naturalmente ispirato alla solidarietà per i lavoratori del mondo dello spettacolo che, un po’ meno fortunati dei nostri calciatori professionisti con i loro ingaggi monstre, stanno vivendo un momento delicato e di profonda crisi economica a seguito della pandemia e delle restrizioni subite dal settore.

La scelta nella composizione delle squadre doveva, da regolamento, includere necessariamente un portiere professionista, una calciatrice della Nazionale femminile e poi largo spazio a tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo: artisti, cantanti, presentatori.

Due partite eliminatorie terminate ai rigori e una finale che ha visto trionfare la squadra di Salmo grazie ai gol di Fede e Briga.

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Abbiamo così assistito a un Sorrentino scatenato sia nel parare il rigore di Bonolis – forse rispolverando lo stesso istinto che lo portò a parare miracolosamente un rigore di CR7 l’anno scorso al Chievo – ma anche nel segnare a Dida.

E poi Matteo Gianello, ex portiere del Napoli, parare su Eros Ramazzotti nonché lo stesso Dida, mitico portiere del Milan da Champions, spiazzato da Ventola e Moreno.

Salmo e Clementino sbagliare tiri a porta vuota e Fede eletto miglior giocatore della serata.

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Il tutto colorato da simpatici siparietti di Pio e Amedeo dentro e fuori dal campo.

Guardare una partita di calcio senza l’ansia del tifoso, in effetti, fa bene al cuore: fa sorridere per gli errori sul campo dei “non professionisti” e stupire delle loro giocate.

E fa capire che il calcio è davvero uno sport eccezionale, capace anche di unire e di fare del bene, di creare solidarietà e coesione, al di là delle classifiche e delle maglie.

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