Angolo del tifoso
ANGOLO MILAN – Anno nuovo, Milan vecchio
Anno nuovo, vaccino nuovo, calendario nuovo, agenda nuova. Milan vecchio. Vince ancora. Vince contro se stesso. Ha provato a complicarsi la vita ma non c’è riuscito.
Il Benevento di Pippo Inzaghi, oltre che spiccare per gioco e aggressività fra le neopromosse, si è dimostrata, fino ad oggi, squadra tutt’altro che facile da affrontare per chiunque. Proprio a Benevento, la Lazio ha lasciato due punti, così come la Juventus del “Maestro” Pirlo.
Non sarebbe stata una partita facile. Saelemekers, Bennacer e Ibrahimovic fuori per infortunio, Hernandez squalificato per cumulo di cartellini gialli ma in campo tornano Kessie a centrocampo e Kjaer in difesa. E si vede.
Gli ospiti giocano compatti e concentrati. Con il centrale danese dietro tornano gli anticipi, i bracci alti a guidare i movimenti dei compagni di reparto, dettano le coperture, facilitano le letture dei movimenti avversari. Il reparto dei quattro difensori si muove in maniera uniforme, senza sviste e l’attacco del Benevento, coadiuvato dagli inserimenti di un bravissimo Schiattarella, non riesce a sfondare.
Il gol che rompe gli indugi arriva al 15’. Rebic, quello che per rilassarsi va a correre col quod nei boschi croati, insegue un retropassaggio debole della difesa avversaria, arriva sul pallone prima di Tuia che gli frana addosso per la troppa irruenza. Rigore che Kessie non sbaglia.
Al 33’ l’episodio che avrebbe potuto cambiare la partita e sicuramente avrebbe affossato il Milan di qualche tempo fa. Ma non questo. Tonali arriva in ritardo, durante un recupero palla, alza troppo la gamba e colpisce l’avversario alla coscia, Pasqua è chiamato al Var e cambia il cartellino dal giallo iniziale al rosso. Pioli toglie Brahim Diaz e inserisce Krunic. Nonostante l’inferiorità numerica, prima volta in questa stagione, la macchina milanista non si scompone e va al riposo difendendo il vantaggio.
Quel Maestro di Niels Lidholm – lui si vero Maestro – ricordava spesso, con quel suo sorriso educato, che in dieci contro unidici, si gioca meglio e oggi ne abbiamo avuto la prova e la dimostrazione. Sale la concentrazione, tutti si sacrificano nel colmare uno spazio vuoto di troppo, c’è più campo aperto perchè l’avversario, in superiorità numerica, spinge per segnare e allora le ripartenze, fatte dai calciatori giusti, possono diventare armi letali. Ed è esattamente quello che è successo.
Al 49’ Calhanoglu innesca una ripartenza lampo, palla a Rebic che va in fuga e indovina il passaggio per Leao che, a tutta velocità, taglia da destra a sinistra e sebbene defilato, decide per una giocata che entra di diritto fra i gol più belli della giornata e della stagione. Scavalca Montipo, troppo fuori dai pali, con un lob vellutato che insacca la palla nel palo opposto. Classe allo stato puro. 2-0 in undici contro dieci.
Vale la pena spendere due parole su questo portoghese davvero atipico. Manca di aggressività, manca di cattiveria, paga forse l’età giovanissima. È nato a giugno del 1999. Ma quanta classe, che colpi, quanto potenziale enorme si intravede con ancora tanto velo che copre la tela. Se Pioli e l’ambiente Milan riuscissero a infondere il giusto spirito battagliero e più sapienza tattica in campo a questa pantera alta due metri, sicuramente ci troveremmo davanti ad un attaccante che dirà la sua in Serie A e non solo.
Non ce n’è. Questo Milan assomiglia sempre di più ad un muro di gomma che rimanda indietro il colpo preso, senza aver subito un graffio. Dev’essere demoralizzante giocarci contro, disputare una partita ottima come questa del Benevento e uscire dal campo a mani vuote. La fortuna poi compensa l’espulsione, Caprari manda fuori il rigore concesso intorno al sessantesimo minuto per fallo di Krunic. E quando la dea bendata torna ferma, ci pensa Donnarumma con un intervento da fuoriclasse assoluto che compie sul rasoterra di Lapadula, sfuggito in area ad un ingenuo Romagnoli.
E fra sbatti e ribatti, ondate e risacche, fra tentativi del Benevento e due pali presi dal Milan, alla fine arriva il triplice fischio che mette fine ad una gara sofferta ma vinta con merito dalla squadra che continua a essere prima in classifica.
17 partite consecutive segnando minimo 2 gol, 27 partite consecutive senza sconfitte, secondo miglior attacco e terza migliore difesa.
La squadra di Pioli ha chiuso il 2020 battendo un Inzaghi e ha aperto il 2021 battendo un altro Inzaghi. Una chiusura tonda come il cerchio di Giotto. Mercoledi ci sarà lo scontro con la Juventus, primo crocevia decisivo della stagione per entrambi. Il 2021 è appena cominciato ma promette emozioni forti sin da subito.
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