Approfondimenti
ANGOLO SALERNITANA – De resaca
Apri gli occhi, stai peggio di come ti sei ritirato.
Le tempie sbattono, la lingua impanata, l’alito improponibile. Nello stomaco lo sciabordio di tutta quella birra, nella quale il fegato scarroccia: stai vivendo l’ora dell’inutile pentimento.
Sono i postumi della sbornia: gli Spagnoli, campioni olimpionici di specialità, hanno inventato una parola per descriverla. La resaca rimanda alla sfattanza rassegnata del mare, quando ritirandosi struscia via dalla sabbia.
La Salernitana ne va soggetta: era successo dopo Torino, così oggi.
Quasi la porta a casa ma è solo inerzia: ché di forza di volontà, in giornate come questa, manco a parlarne.
Sta peggio di tutti Lovato, e se ci pensi è strano: lui a Roma non ha neanche bevuto. Quando è stramazzato al suolo, le malelingue hanno sospettato la pantomima salvadignità: l’infortunio -un altro!- lo sottrae alla contesa e la contesa non ne ha risentito.
Eppure quasi la vince, tanto svogliata quanto più forte della Cremonese: che corre, costruisce, si sbatte. Ma, non appena i Granata mettono il muso dalle parti loro, il mismatch pare ingeneroso.
Quasi la porta a casa, la Salernitana: maledetto quel rigore allo scadere, con Sepe a parare e riparare ed il resto troppo sfastidiato per frapporsi ai tap in.
Ci sono momenti in cui non puoi chiedere né incazzarti.
Quando stai così, non perdere è addirittura un buon affare.
Follow us!