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Il mercato di gennaio serve a poco? Non lo dite a Sabatini

“Davide Nicola, sei la nostra Serie A!”. Effettivamente, la potenziale impresa a cui si sta prestando la Salernitana in questo finale di stagione può ricordare i miracoli di Oronzo Canà con la sua Longobarda. E no, sia chiaro, non è affatto una macchietta quanto sta succedendo dalle parti di Salerno, perché il successo non è mai un caso e non è mai solo frutto dell’orgoglio. Che abbonda, comunque, ma che è accompagnato dall’audacia di chi è riuscito a creare le basi di un vero e proprio tour de force tra le macerie. Letteralmente, considerando l’ultimo posto di appena qualche mese fa, con tanto di rischio esclusione dalla Serie A.
Invece oggi la Salernitana c’è, addirittura padrona del proprio destino e che potrebbe mettere tra le mani del Cagliari le chiavi della Serie B. Sardi prossimi avversari proprio dei campani all’Arechi, scrigno di sogni, passione e – chissà – di imprese impossibili.
Fuori dagli inferi
Nemmeno un mese fa, dopo la sconfitta per 2-1 all’Olimpico contro la Roma, la Salernitana era ultima in classifica. Sì, con due partite in meno all’epoca, ma con in mano una quasi certezza di retrocessione.
Evidentemente, non si erano fatti i conti con chi delle difficoltà di classifica se ne infischia. Come faccia, ancora non è dato sapersi, ma sta di fatto che Davide Nicola ha un certo curriculum in imprese disperate e in extremis. La missione – nel segno di ogni rito scaramantico – è ancora da compiersi, ma certamente la tavola è di quelle ben imbandite.
Tutto figlio delle due vittorie nei turni di recupero contro Udinese e Venezia, oltre che dei sette punti tra Sampdoria, Fiorentina e Atalanta. Tredici punti nelle ultime cinque partite – media punti da far invidia anche all’andamento Champions di questa stagione – che mettono la Salernitana, per la prima volta in questo campionato, fuori dalla lanterne rouge.
Ora i granata sono gli autori del loro stesso epilogo, con la sfida contro il Cagliari che può essere nientemeno che un match-point salvezza. Merito di Nicola, ma non solo.
È STATA LA MANO DI SABATINI
A proposito di film e sceneggiature, per Sabatini è pronto sicuramente un David con tanto di discorsi di ringraziamento qualora dovesse esserci il lieto fine sperato. Perché, se da una parte c’è un cambio di guida tecnica che ha letteralmente rinvigorito l’ambiente, dall’altra c’è un uomo che ha guidato una vera e propria restaurazione nel mercato di gennaio.

(Foto: profilo Twitter ufficiale Salernitana)
Più facile prepararsi a una lenta agonia in fondo alla classifica, mettendo a punto le strategie per il ritorno in B, oppure vale la pena tentarci e quantomeno tentare di costruire l’istant team? A suo tempo, l’arguto ds – supportato anche da chi ha creduto in lui, mettendogli le risorse a disposizione – non ha avuto dubbi.
Oneri e onori che il buon Sabatini ha assunto con tanto di risultati: da Ederson, oggi accostato addirittura al PSG a suon di milioni, a Fazio e Verdi, che sembrano aver trovato la propria dimensione ideale. Un lavoro che oggi paga con un +1 dal terzultimo posto, tante sirene di mercato e, perché no, anche delle gradite plusvalenze.
Per il futuro e per il mercato, però, ci sarà tempo: c’è da finalizzare sul campo quanto fatto a gennaio, in cui la dirigenza campana ha preferito osare, piuttosto che nascondersi dietro il velo dell’imponderabile. Una rivoluzione che è valsa una metamorfosi delle speranze in golose opportunità, segno di come a gennaio si possa anche cambiare la rotta verso il successo, e non verso alla deriva come spesso si vuole far credere. In caso di permanenza in A, Sabatini ha un’ulteriore ragione dalla propria parte: non dite, proprio a lui, che a gennaio si può fare poco.
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