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Angolo del tifoso

ANGOLO MILAN – Pigiama e ciabatte

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Allo stadio Arechi di Salerno va in scena un canovaccio che molti tifosi rossoneri temevano da giorni, un Milan impantanato che gioca male contro una Salernitana col coltello fra i denti, affamata di punti per non retrocedere. Un incubo, insomma. E un incubo è stato.

Coincidenze?

Non può essere solo una coincidenza fortuita se il Milan ‘21-‘22 frena e gioca male solo contro le squadre sotto in classifica. E sotto di tanti punti. Un approccio sufficiente, poco preciso, con poca cattiveria, che non sembra poter appartenere ad un squadra in piena lotta per lo Scudetto. Male contro lo Spezia, male ad Udine, male contro il Sassuolo e male contro l’ultima in classifica. La cifra monstre di dieci punti, lasciati sul campo. Qualcosa più simile ad un reato che ad un semplice sperpero. Sicuramente non è il calcio uno sport che si può giocare a tavolino, con statistiche e buoni proponimenti, ma sembra davvero diabolico sbagliare sistematicamente l’approccio alla partite proprio quando l’avversario è meno forte su la carta.

Entità del disastro

Per capire la cifra del disastro di Salerno, persino la partita di Maignan è stata gravemente insufficiente. Il portiere francese al 29′ si rende protagonista di un’uscita calcolata male, forse pensata con troppa leggerezza, che spalanca la porta agli avversari per il pareggio di Bonazzoli e poi nel secondo tempo, intorno al 65′. Un eccesso di sicurezza nel voler controllare a tutti i costi la palla col piede destro rischia di mandare in porta Bonazzoli che ruba palla e cerca di tirare, trovando solo la testa di Romagnoli a impedire il peggio. Il pareggio sarebbe arrivato nel giro si pochi minuti. Inconsistente la partita anche di Brahim Diaz: il 10 rossonero non decolla, soffre l’affollamento a centrocampo e gli spazi stretti, non riesce mai a essere pungente e cattivo, quel che basta per cambiare l’inerzia di un match. E male anche Leao nel primo tempo, troppo lezioso e svagato, troppi controlli sbagliati e mai nel vivo della manovra, autoesiliato troppo lontano sulla fascia. La Salernitana addirittura trova il vantaggio al 72’, con un’incornata di Djuricic, bravo ad anticipare Tomori nello stacco. È la spinta decisiva per ottenere una reazione che porterà il pareggio di Rebic, appena cinque minuti dopo, ma nulla di più.

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Pigiama e ciabatte

Non ha pagato la scelta ossessiva di lanciare il pallone sulle fasce, sperando che prima o poi qualcuno indovinasse un cross in mezzo al campo. L’affollamento di gambe e contrasti, creati a mò di barricata da Nicola, imponeva pochi tocchi, possibilmente un gioco di prima, essenziale e verticale. Quello sceso in campo a Salerno, non poteva essere un Milan capace di portarsi a  casa una vittoria. Servivano cattiveria e lucidità e invece si sono visti undici calciatori in pigiama e ciabatte.

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