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Angolo del tifoso

ANGOLO SALERNITANA – Fate presto!

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Maggio ’99, quarantamila anime ringraziano Ighli Vannucchi per la capocciata al Vicenza che -allo scadere- regala sette giorni di speranza. È l’ultimo a lasciare quel prato in Serie A. È passata una vita.

È la prima in casa e l’Arechi ospita meno di quindicimila spettatori: non sembra mica Salerno.

La squadra degli Ago, dei Principi e Puponi gioca senza il 10: non sembra nemmeno la Roma.

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Dei ventidue in campo oltre i due terzi sono stranieri: non sembra neanche Serie A.

Nell’Universo Parallelo dove nulla sembra essere com’è, le anomalie dominano la scena. Addirittura Mourinho fa amicizia col collega dirimpetto. Nientemeno giocano Jaroszyński ed Aya! Titolari!! In Serie A!!! Grande Giove

Per la Roma è la quarta partita in quindici giorni: di questi tempi è un fattore. Così come la portata dell’avversaria: meno blasone, meno caratura, meno spazi delle precedenti.

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Per chi s’è innamorato del Gioco tirando calci ad una palla per le strade di Salerno, beh: è stato un deja vu. Senza campetti, spazio all’inventiva: due squadre, mezzo campo, una porta sola. Lo chiamavano La Porta Americana: Salernitana-Roma quello è stato, ma attenzione.

Il fortino di Castori è virtù: come negli scacchi, l’arrocco non è mossa difensiva. È una mossa.

Il problema non è quello, quanto la qualità. Molto semplicemente, non c’è.

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Senza una proposta, novanta minuti non reggi. Alla Roma, a nessuno.

Il primo tempo passa pure, ma è un attimo e la partita è chiusa.

La mattanza che ne consegue non fa nemmeno troppo notizia, se non per la classifica marcatori.

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Servivano difensori subito, rispetto a Bologna era fuori pure Stranberg ma non è arrivato niente.

Gli ultimi giorni di mercato, più che rafforzare, dovranno rendere la Salernitana una squadra da Serie A. Non lo è ancora.

Il fatto che sia di totale evidenza potrebbe addirittura costituire una buona notizia.

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