Angolo del tifoso
ANGOLO MILAN – Tornano gli Avengers e il Milan vince
La sofferenza è un vaccino importante. Contiene tutte le matrici dei problemi che si vivono. Ma consente di vivere. In alcuni casi di sopravvivere. È bene ricordarlo in questo momento che tanti vaccini sembrano non voler proprio arrivare. O che tanti sembrano metterne in dubbio l’opportunità, nonostante la situazione.
Fiorentina-Milan, partita combattuta e sofferta, può essere considerata un vaccino per questo Milan in carenza di tanto. Carente di titolari, di riposo, di gol e di porta inviolata. Quella all’Artemio Franchi è stata sicuramente una partita con dentro tante partite. La partita del Milan che controlla la gara e va in vantaggio, la partita che ha visto il Milan in seria difficoltà contro un’ottima Fiorentina, la partita del Milan che deve rimettere insieme i cocci e rimontare. E la partita del Milan che riesce ad acciuffare il definitivo vantaggio con un colpo di reni decisivo e importante. Importante per il morale, per la classifica e per dare un segnale forte. All’unica squadra che gli sta davanti, l’Inter, e alle tante che stanno dietro, Juve, Atalanta, Napoli e Roma. Tanti aspetti, tanti significati, tante partite dentro la stessa partita, forse davvero la dose di vaccino che serviva.
E le due settimane di sosta per la Nazionale possono essere decisive per una “convalescenza” quanto mai necessaria, per recuperare energie psicofisiche importanti e titolari.
La squadra di Pioli va in vantaggio per prima, al 9’ con Ibra, il giocatore simbolo e in parte anche artefice, di questa rinascita rossonera da giugno 2020. Segna e sembrano fugati i dubbi di cosa e chi serva al Milan per sbloccarsi.
Negli undici titolari torna anche il turco Calhanoglu dietro lo svedese, con Brahim Diaz a sinistra e Saelemekers a destra. Dalot sostituisce Calabria, Tonali affianco a Kessie e la conferma di Tomori vicino a Kjaer allontana ancora Romagnoli dal rientro come titolare. Forse in maniera quasi definitiva perchè, a meno di infortuni o di cali di forma ad oggi impossibili, la posizione del difensore di Anzio si fa davvero difficile.
A tal proposito, sembra giusto dedicare un focus a questo calciatore. Il canadese naturalizzato inglese continua a sfoderare prestazioni che non si possono definire semplicemente convincenti ma forse più “strabilianti”. Per la sicurezza nelle giocate, per la precisione negli anticipi, per la maniera molto old school di interpretare quel ruolo di centrale così delicato, anche per valenza storica, al Milan. Un fedele interprete della regola francobaresiana, leggermente diversa da quella benedettina: non si passa.
Tendenzialmente non sono un tifoso dai facili entusiasmi, anche perché dopo questi dieci anni di crisi, di entusiasmo ce n’è tanto ma ciò che non manca è più che altro un sano realismo. E proprio alla luce di tanti “scarponi” visti nella linea difensiva, oggi si può ben dire che forse era dai tempi del giovane Thiago Silva che non si ricordava un esordio e una serie di partite cosi convincenti, di un nuovo difensore acquistato dal Milan. Se Fikayo (e sul nome preferisco sorvolare) non ti prende con l’anticipo, stai pur certo che, in pochissimo tempo, te lo ritrovi già affianco, pronto a morderti il tempo e a sradicarti il pallone senza commettere fallo. E questa pulizia ruvida, questo approccio fisico ma mai eccessivamente fallo so, rappresenta un tratto distintivo del difensore eccellente. Di questo incredibile scarto del Chelsea che non mi pare abbia gente migliore in campo titolare.
Diventa davvero dura immaginare il ritorno di Romagnoli e diventa davvero dura pensare ad un suo mancato riscatto. Maldini e Massara non potranno rifiutare di versare la somma richiesta, anche se si sente dire che il prezzo sia alto. Ventinove milioni? In Europa, con ventinove milioni, non compri un giocatore fondamentale. Forse una riserva. Ne servono molti di più. In Italia è una cifra quasi monstre. E questo rende bene l’idea di quanto sia difficile veder crescere la qualità del movimento calcistico italiano se neanche i bravi calciatori, non dico i grandi, rimangono a giocare negli altri campionati. Ma della crisi del calcio italiano avremo modo di parlarne meglio più in avanti.
A vedere la Fiorentina che ha battagliato alla pari col Milan secondo in classifica, si intravede eccome il lavoro, sapiente e paziente, di Prandelli. Ben supportato in campo da tre calciatori particolarmente in giornata come Castrovilli, Vlahovic e Ribery e da un intelligente Bonaventura, che giocava più vicino ai centrocampisti e quindi sempre in buona posizione per avere la palla fra i piedi e poter dettare gioco da dietro.
C’è stato un momento, l’inizio del secondo tempo, in cui davvero i padroni di casa sembravano poter avere la meglio su un Milan in affanno.
Fondamentale il pareggio fortunoso di Brahim Diaz, troppo lezioso anche oggi, perchè lì il treno è tornato sui binari e solo così è stato possibile lavorare pazientemente alla rete del vantaggio ottenuta al 70’ con un tiro da fuori di Calha.
E non è un caso se il vantaggio si è concretizzato al ritorno in campo di una pedina davvero fondamentale: Bennacer. Con l’algerino torna a centrocampo la gestione intelligente del pallone, torna quel playmaker capace di tenere palla, di far salire la squadra, di giocare in velocità e di indovinare corridoi di passaggi non così scontati. Tornano gli Avengers e tornano momenti convincenti di calcio. Tornano i gol. E tornano i tre punti.
E il vaccino si spera faccia il suo lavoro e vada in circolo velocemente. Senza Serie A saranno due settimane lunghe, lunghissime. La quiete prima della tempesta. Perchè poi saremo già ad aprile e per puntare dritto al traguardo non si potrà più perdere neanche un punto.