Angolo del tifoso
ANGOLO MILAN – Odio i martedì
Odio i lunedi, cantava Vasco. E io invece io odio i martedì. Dopo una sconfitta del Milan poi, non ne parliamo nemmeno.
Dateci giá la domenica successiva. Concedeteci un salvacondotto di ozio e indolenza che ci ricarichi le batterie e l’entusiasmo fino alla prossima sfida. Dateci il pass per qualcosa di grande e di bello che abbiamo desiderato in questi dieci anni di niente sotto al sole.
Se rimaniamo nel rettangolo verde, delimitato da lunghe strisce bianche, se deve venire qualcosa di bello, qualunque cosa sia, dev’essere guadagnato con la lotta e la fame. Agonistica.
Se dev’essere qualcosa che dobbiamo ricordare, dev’essere qualcosa di valoroso, di eroico. Di leggendario. Altrimenti non darebbe la stessa emozione.
Ieri abbiamo giocato una partita degna del Milan degli orrori che non vedavamo da più di un anno. E allora bene cosi. Io non ho mai visto vincere uno scudetto al Milan che non fosse meritato. 18 scudetti, 18 vittorie senza macchia. Anche quello su la Lazio del 1998-99. Quello uno dei più fulgidi. Annata non impeccabile ma alla fine vincente.
Quest’anno siamo in una situazione rovesciata. Siamo stati primi dall’inizio e adesso al 90%, bisogna accettare il secondo posto per almeno una giornata.
Se vogliamo tornare grandi con undici ragazzi che non hanno mai vinto nulla, bisognerá passare attraverso il fuoco. E bisognerá bruciarsi. Ma senza ustionarsi.
Per il Milan di Sacchi del 1987, che oggi conosciamo come il Milan degli invincibili, il destino si materializzò al Marakana di Belgrado e rese quello stadio un catino di nebbia. Nessuno poteva saperlo, nessuno poteva immaginare che quel Milan, proprio per quella nebbia, avrebbe imboccato la strada giusta.
Il Destino oggi si materializzerá sotto forma di una maglietta nerazzura. Vincere vorrá dire tornare primi. Perdere significherá passare secondi a – 4 dalla prima che non ha altri impegni e distrazioni eccetto il campionato.
La gloria, ingannevole quanto si vuole, terribilmente terrena e tentatrice, effimera, che dura poco più di un mese, perchè dal mese successivo sará giá passato, non ammette mezze misure. O si vince, e si rimane in corsa, o si perde e si rischia di rimanere fuori.
Erano anni che aspettavamo un derby carico di così tanti significati. E come ci ricorda Oscar Wilde, uno che di tentazioni se ne intendeva: “bisogna stare attenti a ciò che si desidera”. Che si potrebbe realizzare.
Buon martedì e buona vita a tutti.