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ANGOLO NAPOLI – Napule é… a reti bianche

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Quando non si hanno i mezzi per vincere e si ha paura di perdere, il miglior risultato è senza dubbio pareggiare.

Specie quando c’è un doppio confronto, l’avversario è forte ed il ritorno devi andarlo a giocare fuori casa.

0-0, poi, per alcuni è addirittura il risultato perfetto.

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Napoli – Atalanta che ha significato la gara d’andata della semifinale di Coppa Italia non è stata esattamente una partita indimenticabile, inutile negarlo.

Possesso palla in sostanziale equilibrio, più tiri in porta per gli ospiti, ma portieri che quasi mai hanno dato la sensazione di poter capitolare.

Un simpatico modo di dire in voga sui social recita che se proprio non si riescono a vincere le paure, almeno bisogna provare a pareggiare. Contro la squadra di Gasperini, infatti, gli azzurri hanno pensato innanzitutto a non prenderle ed a non soffrire troppo gli attacchi, provenienti abitualmente da ogni dove, dei nerazzurri.

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La missione è senza dubbio compiuta, poiché la foga atalantina è stata di certo contenuta, ma meglio sarebbe stato tentare qualche maggiore e migliore sortita offensiva, utile a far capire che la bella vittoria in campionato non era stata di certo un caso.

Le premesse del risultato, però, erano già scritte nel modo iniziale di affrontare il match. Giocare a specchio contro una squadra in forma e dotata di buone individualità, inevitabilmente penalizza la fase di costruzione ed obbliga ad una maniacale attenzione nel giro palla, specie se si insiste – in maniera abbastanza incomprensibile – in una ostinata costruzione dal basso che impone anche nelle rimesse dal fondo un passaggio nell’area piccola al portiere, costretto – nove volte su dieci – a rinviare lungo senza guardare centrando puntualmente il centrocampista centrale avversario ben posizionato.

E’ un Napoli che ha sofferto più che mai l’assenza di una punta di ruolo e che continua ad avere in Lozano, ovunque giochi, la personalità più interessante ed il giocatore più intraprendente.

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L’undici azzurro iniziale è stato quello più “fisico” possibile, con tre centrali che si sono mossi tutto sommato assai bene e con Koulibaly libero, talvolta, di sganciarsi in avanti avendo garantita buona copertura centrale. Ha retto il centrocampo finché ha potuto Diego Demme, divenuto pressoché insostituibile.

Pur senza squilli, dunque, si è retto l’urto d’un’Atalanta assai ben assortita in mezzo, capace d’un pressing asfissiante e sempre pronta sui raddoppi di marcatura in ogni angolo di campo.

Sarà – mercoledì prossimo – una gara di ritorno assai complicata e da preparare bene, anche se di mezzo c’è un’altra trasferta di campionato.

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Potendo farlo, la si dovrebbe giocare con Osimhen davanti, per dare profondità ad una squadra che dà il meglio se riesce a distendersi avendo comunque la possibilità di giocarla sempre in verticale. Ogni partita, si sa, ha una storia a sé, ma a Bergamo – con l’Atalanta che spingerà per far gol e vincere – ripartire in velocità con più d’una soluzione rapida in avanti è scelta quasi obbligata.

La gara d’andata è finita a reti bianche, ma al ritorno bisognerà – necessariamente – provare ad inventarsi qualcosa di diverso.

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