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Angolo del tifoso

ANGOLO DEL TIFOSO NAPOLI – Napule é… un colpo Magnifico

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La quarta apparizione dei ragazzi in maglia azzurra nel campionato di serie A 2020 e (si spera) 2021, calendarizzata nello stadio comunale Ciro Vigorito di Benevento, era attesa da più parti perché piena di temi interessanti.

Innanzitutto un derby tra squadre appartenenti alla stessa Regione (evento – in serie A – piuttosto raro per la Campania), poi il confronto tra due allenatori (Filippo Inzaghi e Gennaro Gattuso) giovani, emergenti, amici ed insieme campioni del mondo. Più di tutto la partita dei fratelli-contro: Roberto Insigne, da una parte, ed il più celebre Lorenzo, dall’altra.

Tre anni più giovane l’esterno alto d’attacco del Benevento, 29 anni da poco compiuti per il capitano del Napoli, al rientro in campionato dopo l’infelice parentesi infrasettimanale di Europa League.

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Domenica particolare per entrambi, senza ombra di dubbio.

Non è stato certamente come quegli interminabili pomeriggi in cui, insieme al resto della famiglia, si giocava sotto casa prendendo a calci qualsiasi cosa rotolasse e sognando i riflettori di quello stadio distante, oggi, circa 100 km (seconda casa per Lorenzo, ma già calcato più volte anche da Roberto), ma il risultato è stato più o meno lo stesso.

Perché la scena se la sono presa tutta loro, i fratelli di Frattamaggiore, col primo gol dell’Insigne padrone di casa servito a suonar la sveglia al capitano di un Napoli fino a quel momento troppo molle.

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Novanta minuti, comunque, molto intensi. Con tantissime istantanee capaci, da sole, di sintetizzare pezzi interi di partita.

In ordine sparso: il rigore solare negato a Lozano, il pianto di Roberto Insigne dopo il gol, l’intervento del Var sul fuorigioco di Lorenzo, la traversa di Manolas, l’ingresso decisivo di Petagna a dare maggiore fisicità all’attacco, il pareggio-capolavoro con un sinistro da copertina, l’incedere sontuoso di Politano per il piattone del numero 37 azzurro, l’abbraccio sorridente a Petagna da parte di Osimhen, contenuto per tutto il match e, di fatto, mai pericoloso ed in partita.

Il calcio è un gioco semplice. Ma la squadra azzurra, per larghi tratti, le streghe a Benevento le ha viste per davvero.

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Per reggere uno come Fabian Ruiz a centrocampo e due ai lati come Insigne e Lozano serve infatti muovere rapidamente la palla in verticale e correre a più non posso in recupero all’indietro sulle fasce. Diversamente si soffre contro chiunque, perché basta chiudersi dietro facendo ripartire a turno uno qualsiasi degli attaccanti.

Nel pomeriggio in cui lo spagnolo numero 8 viaggia a ritmi ancor più bassi del solito, dunque, Bakayoko (prova comunque positiva la sua) da solo non basta.

Il Napoli ha vinto per la caparbietà messa in campo sin dai primi secondi della ripresa, oltre che per la voglia evidente ed irrefrenabile di fare risultato ed ascoltare le urla furenti del suo allenatore.

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Decisivi gli ingressi, dalla panchina, di Politano (giocatore del quale, attualmente, sembra non potersi fare a meno) e Petagna, capace di portare maggiore densità offensiva nel giorno, più unico che raro, in cui Mertens ha faticato a trovare un posto ed un ruolo in campo.

Fondamentale, su tutti e più di tutti, il colpo superbo di un Lorenzo nuovamente Magnifico.

Di sinistro, provenendo da destra e senza tiro a giro: praticamente esattamente il contrario di quel che accade di solito. Un gol irreale, un colpo da campione vero.

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Quando una strega è bella, si sa, si chiama “fata”.  Ed è davvero fiabesco il modo con cui Lorenzo Insigne si è caricato la squadra sulle spalle ed ha portato i tre punti a Napoli raddrizzando una partita in cui la palla sembrava, con offside, parate, traverse e salvataggi in extremis, non volere proprio entrare.

Sassuolo e Milan in casa, Bologna – in mezzo – in trasferta, poi ancora la Roma al S. Paolo diranno, nel mese di novembre, se la squadra azzurra può rimanere stabilmente lassù, tornando dove era stata regolarmente negli ultimi anni fino all’incubo di gran parte del campionato scorso.

E’ un periodo complessivamente difficile, in cui parlare di calcio giocato sembra fare a cazzotti con quel che accade in Italia, in Europa e nel mondo. Novanta minuti di maglie azzurre che occupano prati verdi e che in 4 partite hanno collezionato dodici punti, con 14 gol fatti e 2 subiti, sono però – di volta in volta – un diversivo ed una piacevole distrazione. Poiché si va in campo di fatto ogni tre giorni, val la pena guardare ed ammirare l’abnegazione d’una squadra che provvidenzialmente pian piano scopre i suoi limiti e che, si spera, lavora alacremente per superarli.

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La bellezza, si sa, salverà il mondo. Quanta ce n’è nella traiettoria del tiro magistrale di Insigne che ha rimesso sul binario giusto il match di Benevento lo sa non solo chi ha giocato a calcio o è abituato a vedere le partite. Perché il gol dell’1-1 è un manifesto per tutti, un inno alla fantasia, allo sport ed – in generale – all’arte di tirare a calci un pallone.

Un colpo Magnifico, come Lorenzo.

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