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04 Maggio 1949 – Superga, la tragedia e la fine del mito

04 Maggio 1949 – Il calcio spesso è uno sport capace rapidamente di dimenticare il passato, dato il continuo susseguirsi di eventi. Ma in certi giorni, in certi momenti, ricordare diventa un obbligo. Il Calcio ha visto tantissime squadre che hanno fatto la storia, ma è indubbio che nella memoria della gran parte degli appassionati resterà sempre quella nota come il “Grande Torino”, squadra di campioni capace di dominare un’epoca, una squadra imbattibile fermata solo in un maledetto giorno di maggio di settanta anni fa.
Accadde tutto per una tragica serie di eventi: 30 Aprile 1949, il Torino, che si avvia a vincere il quarto scudetto, si trova ad affrontare l’Inter in trasferta. Mazzola propone al presidente Novo di sfidare in amichevole il Benfica (per onorare l’amico portoghese Ferreira). Il presidente accetta a patto di non perdere contro l’Inter. La partita termina 0-0; bastava subire un goal, bastava non essere imbattibili e perfetti come sempre, per cambiare il loro destino. Il 1°Maggio la squadra vola in Portogallo e perde una partita che lascia il tempo che trova. Il 4 Maggio del 1949 il Grande Torino si accinge a tornare in Italia: c’è uno scudetto da conquistare e i Mondiali del ’50 da preparare. Chi avrebbe mai potuto fermato quell’inarrestabile squadra, quel Grande Torino?
Lo farà il destino.
Un vento troppo forte, una nebbia mai vista prima, ed improvvisamente davanti agli occhi dei piloti ‘appare’ la basilica di Superga.
Ore 16.45: “Siamo sopra Savona, Voliamo di sotto delle nubi, 2000 metri, fra 20 minuti saremo a Torino”. Questa l’ultima comunicazione che arriva dall’aereo della squadra del Grande Torino di ritorno da Lisbona. Un cielo coperto da nuvole dense che costrinsero i piloti ad affidarsi agli strumenti di bordo, il guasto degli stessi che indicarono un’altitudine sbagliata. La comunicazione resa alla torre di servizio parlava di 2000 metri, i piloti erano convinti di volare sopra Superga.
Peccato però che i metri erano 200.
Ore 17.05: l’areo Fiat G212 si schianta contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga, sulla collina torinese. 31 vittime: l’intera squadra, i dirigenti, gli allenatori, alcuni giornalisti e l’equipaggio di bordo.
Il “Grande Torino”, che aveva unito l’Italia intera, dopo le macerie lasciate dalla guerra, non c’era più. Il nostro calcio ci metterà anni a riprendersi da questo tragico incidente. Il “Grande Torino” sarà sempre ricordato come quel mosaico di campioni che fece sognare l’Italia intera.
“Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E cosi i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in ‘trasferta’” (Indro Montanelli).