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DIETRO LE QUINTE – Il truffatore
Appuntamento del giorno con la rubrica targata LBDV dal titolo “DIETRO LE QUINTE”. Una rubrica dedicata a chi, oltre al calcio giocato, ama curiosità e aneddoti legati al mondo del pallone.
Oggi, 2 aprile, compie gli anni uno dei personaggi più ‘curiosi’ della storia del calcio, che ha fatto parlare di sè più per la sua totale assenza che per altro.
Parliamo di Carlos Henrique Raposo, o meglio conosciuto come Kaiser. Questo soprannome nasce grazie alla somiglianza con Franz Beckenbauer (sia chiaro, solo dal punto di vista estetico).
La particolarità di questo calciatore – definito tale soltanto per pura forma – sta nel fatto che in ben 22 anni di ‘carriera’, usando a questo punto un altro eufemismo, non ha mai fatto una presenza nel calcio professionismo.
Puebla, Ajaccio, Fluminense, Vasco da Gama ma anche club di rilevanza storica come Botafogo e Flamengo: tutti contratti ben pagati ma non ripagati sicuramente da alcuna prestazione.
La domanda sorge spontanea: come può uno continuare a firmare contratti di un certo livello nonostante riesca a praticare indisturbato un’attività vera e propria di assenteismo?
La realtà è che Raposo in tenera età ha coltivato il sogno di diventare un calciatore, pur non avendo mezzi tecnici adatti. Tuttavia le sue numerose conoscenze con i club brasiliani gli hanno permesso di entrare in un circolo vizioso durato più di vent’anni.
Tutto parte nel 1979 quando gli osservatori del Puebla rimangono colpiti dalle “qualità di Raposo”, che poi si dimostrano inesistenti. I messicani lo reclutano con tanto di contratto professionistico ma il buon Kaiser riesce, tramite alibi fantasiosi ed infortuni fasulli, a non scendere mai in campo.
Ogni volta che un suo amico famoso veniva ingaggiato, lui riusciva a farsi inserire come contropartita tecnica nella trattativa. Firmando un contratto di ‘prova’, ai primi allenamenti fingeva – in modo impeccabile, visti i risultati – uno stato di forma non ottimo. Visto che questa scusa non poteva di certo tenere a lungo, si accordava poi con alcuni compagni di squadra per farsi infortunare.
Un copione ripetuto nel corso della sua carriera fino al 1991 quando, nelle fila de El Paso Sixshooters, decide di appendere, qualora ce ne fosse mai stato bisogno, gli scarpini al chiodo.
Ed è così che Carlos Henrique si è guadagnato il titolo di più grande truffatore della storia del calcio. Così come è chiamato il film uscito nell’aprile dello scorso anno riguardante appunto la storia di questo non-calciatore.
Buon compleanno Kaiser!