Angolo del tifoso
ANGOLO NAPOLI – Il solito, a tutte le ore
Non era ancora mai capitato quest’anno al Napoli di giocare l’anticipo della domenica all’ora di pranzo.
Farlo in trasferta contro lo Spezia in una fredda domenica di febbraio non era – in astratto – un confronto dall’esito scontato.
E lo si è visto soprattutto nei primi quarantacinque minuti, con i liguri partiti forte e gli azzurri in difficoltà soprattutto a centrocampo.
Poche azioni da gol, tanto possesso palla partenopeo e match difficile da reinterpretare già dopo i primi venti minuti.
Poi però la partita viene stappata da un netto fallo di mani che diventa rigore e dà al georgiano-meraviglia la possibilità di timbrare il cartellino anche alla ventunesima giornata.
Dopo l’ora di gioco, invece, cinque minuti bastano al centravanti nigeriano per chiuderla da par suo, senza appelli.
Può giocarsi all’ora di pranzo, di sera, nel primo o tardo pomeriggio. Probabilmente anche a tarda notte.
Il risultato è sempre lo stesso: il solito.
Perché la squadra di Spalletti ha pazienza ed il mister sa trovare parole, urla e argomenti giusti quando (raramente) qualcosa non gira per il verso giusto.
Contro lo Spezia la difesa soffre poco, il centrocampo – specie nella ripresa – contiene, costruisce e riparte, ma la differenza vera la fanno sempre i due fenomeni davanti.
Osimhen-Kvaratskhelia, Kvaratskhelia-Osimhen, KO tecnico: il “solito”, come nei bar di Provincia, con gli amici di sempre.
L’attaccante nigeriano gioca un altro sport, si arrampica in cielo in occasione del raddoppio azzurro e sfrutta l’assist fantastico del campione georgiano.
Il numero 77 decide, quando vuole, di cambiare la partita e darle una direzione precisa. Cambia velocità, ritmo e direzione al match. Con la libertà e l’autonomia dei top players navigati, quelli che – da soli – valgono il prezzo del biglietto.
Victor e Kvicha sono una sentenza, esecutiva come per legge in qualsiasi angolo d’Italia.
E’ il Napoli 2022/2023, uno spettacolo che speriamo duri all’infinito.
Perché si sogna ad occhi aperti… e mai utopia è sembrata così reale.