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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Operazione recupero

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Tudor Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus batte di misura il Lecce per 2 a 1 ed inizia ad intravedere la qualificazione alla prossima Champion’s League. Era il traguardo minimo fissato dalla dirigenza ad inizio stagione, adesso è un obiettivo fondamentale per il futuro.

Non è concepibile un nuovo fiasco che, tra le altre cose, avrebbe un effetto devastante sia sull’immagine che sul bilancio. I vertici della Juventus vogliono avviare un progetto di rilancio che abbia come base la partecipazione alla Coppa più prestigiosa.

E a molti non dispiacerebbe che,  all’avvio del nuovo campionato, ci sia ancora al timone della squadra Igor Tudor. Il tecnico croato sta dimostrando con i fatti la sua volontà di guadagnarsi la conferma.

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Poche chiacchiere, nessun proclama, tanto lavoro sul campo e dialogo costante con i suoi uomini. Siamo  ben lontani dagli sguardi vacui di un indecifrabile Thiago Motta. Qui ci si gioca l’avvenire tutti insieme, nessuno è esente da responsabilità.

E’ la miglior terapia per restituire velleità ed autostima a chi era stato emarginato nella precedente gestione. E’ il momento dell’operazione recupero.

Ripartire dal basso

Uno dei marchi di fabbrica dell’ex allenatore era l’articolata costruzione dal basso, ottenuta coinvolgendo i difensori nell’avvio della manovra di gioco.

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Niente di nuovo sotto il sole, intendiamoci. Anche negli anni ’80 capitava spesso che il primo tocco di palla in avanti fosse affidato alla classe del compianto Gaetano Scirea, libero con testa e piedi da regista.

Il problema è che quanto veniva naturale ai giocatori del Bologna dello scorso anno non lo è mai stato per i bianconeri in questa stagione.

Almeno fino a qualche settimana fa. Il nuovo assetto difensivo a tre marca Tudor favorisce la predisposizione di un Renato Veiga a far uscire pulitamente la palla dall’area di rigore cosi come le avanzate di Kalulu adesso sono centellinate ma efficaci.

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E se persino un Kelly, all’inizio simile ad un pulcino bagnato con la palla al piede, adesso si propone con autorevolezza, vuol dire che funziona per davvero l’operazione recupero.

Verticalizzare presto e bene

Quello che conta è la rapidità nell’impostare. Il buon lavoro della retroguardia nel rilancio sarebbe inutile se non fosse affiancato da una sapiente lucidità di pensiero nella gestione dell’azione successiva.

A tale scopo, il saggio Igor ha scelto la miglior coppia di mediani possibile. Il geometrico capitano Manuel Locatelli e il cento polmoni Khéphren Thuram costituiscono una autentica garanzia. Agiscono in perfetta sincronia: quando il primo arretra il secondo avanza e viceversa.

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L’italiano preferisce il lancio lungo ad innescare gli esterni, il francese ama le cavalcate palla al piede per rifornire i trequartisti. L’importante è che si verticalizzi presto e bene: il palleggio insistito e stucchevole dell’era Thiago Motta è ormai materiale d’archivio.

Anche da questo, dal tentativo di azzerare quanto c’era di sbagliato in precedenza, passa l’operazione recupero.

E’ lui o non è lui?

Ma certo che è lui. Il tabellone non mente, il primo marcatore dell’incontro è proprio Teun Koopmeiners. L’ex olandese volante, quello che si era perso tra cambi di ruolo e crisi d’identità.

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Una volta rimesso in sesto da una preparazione atletica mirata e collocato sulla trequarti con licenza di puntare a rete, ha finalmente fatto intravedere la versione migliore di sé stesso.

Certo, ancora non è la meravigliosa mezzala d’assalto vista a Bergamo l’annata scorsa ma ieri, in almeno una mezza dozzina di occasioni, ha cominciato ad assumerne le sembianze. Tonico, determinato e sempre pronto a proporsi in appoggio ai compagni. E a cogliere l’occasione per far male al portiere avversario.

Con una simile balestra già pronta a colpire, le sgroppate di Thuram o i passaggi filtranti di Locatelli diventano una miniera da sfruttare. Il gol di ieri è il primo segnale che anche con lui ha effetti salvifici l’operazione recupero.

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Scambio di consegne

E, dulcis in fundo, la rete del raddoppio è opera di Kenan Yildiz su assist di Dusan Vlahovic. No, non c’è un errore: i fatti si sono svolti esattamente come sono stati narrati.

Non ci si deve stupire dello scambio di consegne tra il gioiellino turco, trequartista di mestiere, e il bomber serbo, finalizzatore per professione. Nel nuovo sistema di gioco entrambi sono coinvolti in più fasi e capita anche che il centravanti di Belgrado (ieri autore anche del passaggio che ha ispirato la prima rete) si reinventi come rifinitore di successo e il folletto del Bosforo si scopra implacabile realizzatore.

La vittoria di ieri e quelle che eventualmente verranno passano anche dalla loro riabilitazione come calciatori di talento. E’ in corso l’operazione recupero.

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(Foto: Depositphotos)

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