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Napoli, Sono Francesco, l’amico di Luciano e di Maurizio…

Sembra non avere fine l’incubo in cui è caduto il Napoli Campione d’Italia. La squadra partenopea nonostante il cambio di guida tecnica dello scorso novembre non è riuscita a ritrovare se stessa dopo la sciagurata parentesi sotto la gestione di Rudi Garcia.
Neanche l’arrivo del “amico di famiglia” Walter Mazzarri è riuscito a risvegliare il vigore e il talento della squadra azzurra. Il tecnico toscano nonostante i primi risultati incoraggianti è riuscito nella difficile impresa di fare peggio dell’allenatore transalpino, facendo sprofondare il campioni in carica ad un tristissimo decimo posto.
La sconfitta di Milano contro il Milan e il pareggio casalingo contro il Genoa hanno messo a nudo tutte le debolezze del tecnico di San Vincenzo, che dopo un iniziale promessa di ricalcare in tutto e per tutto le straordinarie gesta di Luciano Spalletti si è perso in un vortice di moduli bizzarri e di sostituzioni cervellotiche che hanno fatto perdere, l’ennesima volta, la pazienza al patron del Napoli che in queste ore sta valutando con estrema decisione il terzo cambio tecnico in panchina per salvare una stagione che sta diventando davvero un incubo per i partenopei.
Il nome che prepotentemente ha preso quota nelle ultimissime ore è quello di Francesco Calzona, attuale Ct della Slovacchia cresciuto professionalmente sotto l’ala protettiva di due recenti conoscenze del Napoli: Luciano Spalletti e Maurizio Sarri.
Vice di lusso..
Francesco Calzona nasce a Vibo Valentia, la sua lunga gavetta da calciatore si sviluppa principalmente nelle serie minori della Toscana: vede l’apice della sua carriera arrivando in Serie B con l’Arezzo, ma non riuscirà mai a sfondare veramente. Allora da buon gregario quale è, comincia la sua carriera da allenatore facendosi le ossa prima in Umbria con la Castiglionese nel 2004 e poi con il Torrita in Toscana.
Inizia la sua avventura da allenatore per puro amore del calcio, infatti il suo lavoro vero è quello del venditore di caffè, ma Francesco, per gli amici “Ciccio”, ha la stoffa e la passione di chi vuole sfondare.
La svolta della carriera arriva nel 2007, quando Maurizio Sarri lo vuole con sé da vice allenatore dell’Avellino: seguirà poi il tecnico toscano anche in altre squadre, Perugia, Alessandria, Sorrento ed Empoli, dove Sarri conquisterà consensi e il suo calcio comincerà a fare scuola.
Calzona accompagna il mister di Figline Valdano anche nella sua avventura a Napoli, dove tornerà più avanti con Spalletti, dopo un’avventura poco fortunata a Cagliari con Di Francesco allenatore.
Nell’agosto del 2022 ecco la partenza per la Slovacchia, su invito di Hamsik: Calzona deve fare i conti con un po’ di scetticismo da parte di tifosi e stampa, ma poi attraverso i risultati riuscirà a raggiungere il cuore della gente.
Miracolo Slovacchia
Curioso è il suo arrivo in Nazionale. A chiamarlo infatti è l’ex bandiera del Napoli Marek Hamsik, che avendolo avuto durante la sua esperienza all’ombra del Vesuvio con Maurizio Sarri è rimasto stregato dalla preparazione dell’allenatore.
“Ciccio” Calzona stupisce per disciplina tattica e freschezza di gioco sin da subito, in un girone di qualificazione agli Europei sulla carta proibitivo.
Gioca bene la sua Slovacchia 4-3-3 decisamente offensivo, dopo un iniziale momento difficile il suo progetto tattico decolla e la squadra finisce seconda nel girone davanti a squadre più esperte come Lussemburgo, Islanda, Bosnia e Liechtenstein.
L’unica squadra a battere la Slovacchia è stato il Portogallo di Cristiano Ronaldo non senza difficoltà, uno a zero all’andata e tre a due al ritorno.
Missione compiuta quindi per quello che non sarà più un vice di lusso, ma l’allenatore che ha conquistato la qualificazione alla fase finale di un Europeo.
Come “gioca” Calzona
La squadra di Calzona si schiera con un 4-3-3 molto tecnico e offensivo, che ricalca proprio lo stile di gioco di Sarri e Spalletti. Per il Napoli, il suo approdo in panchina rappresenterebbe la volontà di un “ritorno alle origini”, almeno a livello tattico, rievocando due dei migliori periodi della storia della squadra di De Laurentiis. In più, Calzona sarebbe un profilo non troppo dispendioso a livello d’ingaggio.
I suoi principi tattici possono essere riassunto in pochissime righe riportate da un intervista rilasciata al quotidiano Il Foglio, subito dopo la qualificazione con la sua Slovacchia al Europeo:
“Un’azione costruita con criterio, cercando di mettere in difficoltà l’avversario, sfruttandone i punti deboli, arrivando alla conclusione in porta nel minor tempo possibile. Per me il bel calcio è questo qui. Cercare di tenere la palla, verticalizzare appena è possibile, fare un calcio di movimento, possibilmente a pochi tocchi, con la palla che si muove velocemente, lasciando magari negli ultimi trenta metri spazio alla qualità e alla fantasia dei singoli. Quando un mio difensore tira una pallonata senza motivo in avanti, per me è una sconfitta, non riesco a sopportare una cosa del genere: può succedere solo se sei costretto dall’avversario”.
Se dovesse essere lui alla guida del Napoli per le prossime partite (mantenendo il suo incarico con la Slovacchia), avrà bisogno davvero di tanta pazienza e forza d’animo per rianimare una squadra che sembra sconfitta nel cuore più che nelle gambe, vittima di se stessa e della stratosferica vittoria ottenuta lo scorso anno.
(Foto: LBDV)