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DIVERSO PARARE – Gli ultimi sette giorni

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Al mercato, fra i reparti

Il mercato estivo del Napoli scudettato va valutato, più e prima che nel suo complesso, reparto per reparto. Ad una settimana dalla chiusura del mercato nazionale, si può forse fare qualche considerazione “intermedia”.

Dall’attacco…

In attacco la conferma di Osimhen (a meno di “arabeschi del destino” ai quali chi scrive non vuole neppure pensare), se si considerano la qualità del calciatore, le risorse della S.S.C. Napoli ed il “respiro” delle operazioni del calcio italiano, è un colpo da 90, se non da 91. Per nulla scontata, la permanenza di Victor consente al Napoli di mantenere un vantaggio tecnico di non poco conto sulle rivali e rappresenta uno sforzo enorme da parte di una società il cui fatturato strutturale è, semplicemente, incompatibile con lo stipendio che si dovrà garantire al bomber.
La questione Lozano potrebbe costringere ad esprimere ulteriori valutazioni sui movimenti in entrata e in uscita riguardanti il settore offensivo, ma allo stato attuale di fatto non è accaduto null’altro che la (ripeto: preziosissima e per nulla scontata) conferma di Osimhen. Voto alto, molto alto.

…al centrocampo…

A centrocampo, la vicenda Veiga sta lasciando interdetti molti tifosi. In verità, va detto, più per una risonanza mediatica data al calciatore e al suo acquisto che non perché il tifoso medio napoletano davvero potesse sognare il giovane spagnolo. Detto in altri termini, risulta difficile pensare che fossero tanti, nella tifoseria azzurra, a sapere dell’esistenza di questo talentino prima che se ne parlasse sui media: sembra quindi esagerato, ora che il ragazzo pare destinato all’Arabia – scelta che pure dovrebbe dire qualcosa sul calciatore…-, fare un dramma del suo mancato arrivo.
Ciò non vuol dire, naturalmente, che l’azione della società sul reparto mediano non risulti, ad oggi, lacunosa.
Andato via ‘Ndombelè, il Napoli potrebbe trovarsi a difendere lo scudetto avendo, dietro ai tre mostri sacri – uno dei quali sarà fuori dai giochi per circa un mese e mezzo a causa della coppa d’Africa -, Demme, Elmas (prezioso strumento multifunzione), Gaetano e il nuovo arrivato Cajuste. Visto quanto sono state impiegate lo scorso anno le riserve ed il loro reale rendimento sul campo in quelle poche occasioni in cui le si è schierate, non sembra si possa affermare che il Napoli si sia indebolito, ma solo perché nei fatti le riserve non hanno quaso per nulla contribuito alla cavalcata degli Inavvicinabili. Semplicemente, cosa forse ancora peggiore, il Napoli non si è attrezzato per un upgrade del reparto che sarebbe stato necessario nella stagione della difesa del titolo e dall’assalto ad un cammino prestigioso in Champions’. Anzi, ad oggi il Napoli a centrocampo è “sottodimensionato”, visto che Demme e Gaetano non possono essere considerati neppure riserve e quindi, nei fatti, a Garcia sono stati consegnati quattro centrocampisti (Lobo, Zambo, Zielu e Cajuste) e mezzo (Elmas) per tre maglie da titolare e tre da panchinaro. Pochi, senza dubbio pochi, sul centrocampo si sta operando con lentezza e male.

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…alla difesa.

Passando alla difesa, infine, il Napoli si è indebolito, senza se e senza ma, e forse senza neppure troppe colpe.
In fondo, se arriva un super top club come il Bayern ad attivare la clausola risolutiva e perdi il miglior difensore della Serie A e uno dei primi al mondo, beh, in quel caso è altamente probabile che tu vada ad indebolirti.
Per evitare che ciò accada, due sono le strade. O si va a contrattualizzare un difensore che si sa essere di pari livello rispetto a Kim, il che lo rende ipso facto fuori portata per le casse del Napoli, o si va a fare una scommessa in stile Kvara: è ciò che si è scelto di compiere con Natan, sicché bisogna solo attendere per capire se si sarà nuovamente trattato di una scommessa vincente.
Certo, si sarebbe potuto pensare a una via di mezzo, rappresentata dall’acquisto di un centrale affermato, forte ma non fortissimo, costoso ma non costosissimo. Il Napoli, per politica societaria, in questo biennio sta preferendo la via delle scommesse: la cosa può non piacere, ma questa è la realtà.
Naturalmente, il risparmio sul difensore avrebbe più senso e risulterebbe meno indigesto ai tifosi se parte degli enormi introiti della scorsa stagione andassero a finanziare l’acquisto di un Koopmeiners più ancora che di un Samardžić.
Vedremo cosa racconteranno, in proposito, gli ultimi sette giorni, ma per la difesa il giudizio non può essere espresso prima di aver visto all’opera il giovane brasiliano.

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