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Angolo del tifoso

ANGOLO NAPOLI – Come fa una capolista

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Tempo di lettura: 3 minuti

ll calcio è passione, tifo, spettacolo in campo e sugli spalti.

Lo sanno bene coloro che – più o meno ogni due settimane – affollano l’Olimpico sponda giallorossa. Peraltro in un contesto ancora più incandescente anche a causa dei continui inviti a mani alzate degli undici di casa rivolti al pubblico sugli spalti.
Primi quaranta minuti di grande intensità, con attenzione maniacale dei ventidue in campo e pochissime possibilità di entrare in area di rigore.

Poi l’episodio del rigore concesso e poi negato dove – in astratto – sembra un errore non averlo concesso come poteva ugualmente apparire sbagliato lasciare immutata la prima sensazione.

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Secondo tempo molto più bloccato, con ritmi inferiori e timore evidente di entrambe le squadre di subire conseguenze difficilmente recuperabili.

Roma – Napoli, però, viene decisa nel modo che non t’aspetti (vale a dire con un solo gol all’attivo) con una giocata, però, che è marchio di fabbrica. Pennellata mirabile di prima intenzione di un superbo Politano da poco entrato e capolavoro tecnico di potenza, tecnica, voracità ed ardore agonistico di Victor Osimhen.

E’ più di una, in ogni caso, la firma sulla vittoria dell’Olimpico.

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Sulla tela artistica che manda in archivio la sfida d’andata tra Spalletti e Mourinho, infatti, oltre all’autografo d’autore del centravanti nigeriano, c’è il segno autorevole di un centrale difensivo coreano monumentale, padrone assoluto del reparto insieme ad un diligente Juan Jesus e a due grandi terzini (con Mathias Olivera in gran spolvero) e l’impronta speciale di un signor allenatore in panchina, che ha avuto il coraggio di dare tanti minuti a Gaetano (ingresso positivo il suo) e ha dato la sensazione di non perdere mai la rotta, avendo chiara sin dall’inizio la direzione di marcia per ottenere l’undicesimo successo di fila.

Il Napoli di Luciano Spalletti si è dimostrato, checché ne dica l’allenatore avversario, superiore nella testa, nel collettivo e nelle individualità, meritando ampiamente i ventinove punti in classifica sinora conquistati.

C’è una bella sensazione che dà la squadra azzurra quando entra nel rettangolo di gioco e per tutti i novanta minuti in cui prova a costruire calcio e disegnare occasioni. Anche nelle trasferte più insidiose, contro avversari che pensano soprattutto a difendersi e nei confronti di giocatori rudi e molto fisici in contesti ambientali per nulla semplici.

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Il diagonale perfetto di collo esterno di Osimhen regala una vittoria importante agli azzurri vestiti occasionalmente di blu e dà la possibilità al Napoli di proseguire dritta una marcia a dir poco trionfale.

I tre punti conquistati all’Olimpico valgono tanto, forse anche di più.

Non per lo 0-1 finale. Neppure per il risultato ottenuto senza subire gol.

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Vale forse, più d’ogni altra cosa per le modalità con cui la vittoria è arrivata.

Perché nei novanta minuti in cui alcune stelle hanno brillato meno di altre volte, il Napoli ha vinto da prima della classe, come fa una capolista.

 

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