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Angolo del tifoso

ANGOLO ROMA – Il Calcio è anche questo

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Si doveva capire che sarebbe stata serata strana dall’infortunio in riscaldamento di Dybala, che spariglia le carte. Si doveva capire dal menisco di Karsdorp di poche ore prima e, a volerla dire tutta, si doveva capire, con l’Udinese in testa, che qualcosa non andava.

Arriva la capolista Atalanta, partenza sprint per i ragazzi di Gasperini che non sembrano aver subìto contraccolpi dalle molte partenze e i molti nuovi arrivi.

Trentacinque minuti di guardinghi cambi di campo e copertura delle posizioni ne fanno una partita molto tattica, ma solo perchè chiamarla “due palle” risulterebbe poco giornalistico. Nessuno spinge, nessuno salta l’uomo, nessuno sbaglia, fino appunto al 35imo, quando Hjolund mette un pallone fuori area che il giovane Scalvini (prima da titolare in Serie A) appoggia magistralmente (te pare) all’angolino.

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La Roma s’è desta e schiava di se stessa, come direbbe l’inno italico, inizia a creare, cuocere e mangiare gol.

Abraham in dieci minuti si divora un one to one contro Sportiello, non sapendo decidere se scartare o tirare, poi un tocco sulla linea su assist di Matic. In mezzo è Ibanez a tirare sul portiere a porta vuota.

La seconda frazione è simile. Roma aggressiva, Atalanta ordinata e compatta dietro la linea di centrocampo.

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Roma aggressiva ma poco lucida, imprecisa, molte palle da fermo sfruttate male. Le rare incursioni bergamasche sono annullate da uno Smalling monumentale, Ibanez sontuoso (tolti due gol mangiati). Celik e Spinazzola possono far di più, ma il ritmo c’era.

Zaniolo devastante, purtroppo non in area, ma strappi incredibili che hanno portato azioni, meno ammonizioni di quelle che il campo avrebbe meritato (vero De Roon?) e due “quasi” rigori su cui, al momento non ho opinioni, ma andrebbe capito se i rigori si danno solo se cadi, perchè allora i giocatori fanno bene a farlo.

Abraham è tatticamente un attaccante stupendo, ma la poca freddezza sotto porta è inaccettabile. Entrano bene Belotti e Shomu (che si mangia l’ultimissima occasione).

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Una delle partite più belle della Roma di quest’anno, contro un’Atalanta ben messa. Dopo il gol (purtroppo) un pressing asfissiante, carattere, voglia, ma poca qualità.

Di negativo sicuramente il “mal di gol” di un reparto che dovrebbe essere fiore all’occhiello, il ritardo inspiegabile del Capitano e l’espulsione di Mourinho in vista Inter, su un episodio dove francamente l’arbitro ha visto bene.

Insomma, si riparta da questa Roma che ha giocato, pressato, creato e tirato. Ma l’Atalanta ha vinto… con un tiro, non un tiro tanto per dire, proprio uno di numero. Il calcio è anche questo, va accettato. Domani leggeremo di una vittoria con la C di cinico… ma io ho perso e ho in mente un’altra C.

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