Inter
La (non) corsa Scudetto: un’ansia che taglia le gambe alla vetta

Sorprendente, imprevedibile, avvincente. Si può continuare a elargire all’infinito gli aggettivi per descrivere la lotta Scudetto di questa stagione. Anzi, più che una lotta Scudetto è una gara a chi si fa meno male tra tutte. Perché tutte si fanno male e nessuno (o quasi) sfrutta le occasioni che si presentano a cammino in corso.
Ed è così che si abbassa, ulteriormente, la quota Scudetto: un discorso che vede coinvolte Milan, Inter e Napoli. E, chissà, forse la Juventus, soprattutto nel caso in cui la quota punti dovesse abbassarsi ancora di più. Bassa competitività delle tre/quattro squadre in questione? Scarsa attinenza alla vittoria delle stesse? Tutto può essere, ma se da tempo si invocava un campionato avvincente fino all’ultimo, è opportuno adesso tenerselo ben stretto e goderci lo spettacolo fino all’ultimo.
Milan: il destino non è più nelle sue mani
Chi fino a poche ore fa aveva il destino esclusivamente nelle proprie mani era il Milan di Stefano Pioli. Ancora prima in classifica, ma sappiamo tutti che è un discorso ormai virtuale, perché l’Inter è pronta a mettere la freccia nel recupero al Dall’Ara contro il Bologna.
Le speranze Scudetto sono a questo punto demandate agli altri con l’obbligo, in ogni caso, di fare comunque il proprio dovere. Non un dettaglio irrilevante, visto l’andazzo. L’attacco non riesce a essere incisivo come nel passato (soltanto quattro gol nelle ultime sette partite ) e l’immobilismo sul mercato di gennaio – certo, col senno di poi – non ha affatto pagato. Di conseguenza, non ci sono strade alternative alle idee del collettivo, che anche ieri sono state mandate in tilt dalla fisicità del Torino di Ivan Juric.
Manca come il pane la scintilla che può dare un talento come quello di Ibra, ma la carta d’identità di certo è un peso difficile da nascondere anche ai semidèi. Evidentemente, un fattore da tenere conto a suo tempo. E se ci mettiamo che quella rossonera è una squadra giovane, più delle altre concorrenti, diventa ancor più difficile gestire le pressioni da primato. Che resta in tasca, con l’Inter che è pronta a frugarla.
Inter, ormai puoi farti del male da sola
La classifica non mente: i virtuali 69 punti mettono l’Inter al comando di questo gruppone. Non detta il passo, ma può essere destinata a farlo: tutto dipende da quello che sarà a Bologna, e se c’è una cosa che questo campionato ci ha insegnato è che non bisogna dare per scontato proprio nulla.
I benefici del pronostico derivano anche da un calendario più abbordabile: la Roma e la penultima sfida contro il Cagliari – che mastica le sabbie mobili della retrocessione – gli ostacoli più complicati da qui alla fine. Di mezzo, il ritorno in Coppa Italia proprio contro il Milan e l’eventuale atto finale. Tutto sommato, una missione che può essere portata a compimento, ammesso e concesso che il periodo involutivo sia stato lasciato alle spalle. La vittoria di Torino, contro la Juventus, può essere l’impulso decisivo; quella a San Siro contro l’Hellas Verona il segnale che la strada imboccata può essere finalmente lungimirante.
A Simone Inzaghi l’onere di dimostrare a tutti di essere all’altezza delle aspirazioni tricolore. Ecco, se i calciatori sono chiamati a riconfermarsi campioni di nome e di fatto, il tecnico piacentino deve dimostrarsi vincente anche lontano dalla Capitale. Ci riuscirà? Il punto di partenza è di quelli invitanti, a dir poco.
Napoli: un’ecofobia che proprio non va
Lo stop contro la Fiorentina è uno di quei pugni difficili da attutire, senza eccessive reazioni di rigetto. Chiaro, la squadra di Vincenzo Italiano è una solida realtà del nostro calcio: respira aria d’Europa e, quando in giornata, può fare del male proprio a tutte.
Ma i dati in casa sono eloquenti e devono far riflettere – al di là di ogni motivazione evidente – Spalletti, e poco importa se bisogna stare dietro a tesi dietrologiche. Il tecnico di Certaldo, comunque, il suo lo sta facendo, considerando quanto successo undici mesi fa al Diego Armando Maradona (ma va!?) contro l’Hellas Verona. A quella fatale battuta d’arresto è corrisposta una reazione, che porta la firma dell’ex Inter e Roma. Soltanto fuori casa, a quanto pare.
Servirà un miracolo, ma Koulibaly e compagni intendono non arrendersi. Non si può sfuggire dal bottino pieno nelle ultime sei partite stagionali, a partire dal match contro la Roma. Anche esso in programma al Diego Armando Maradona, giusto ricordarselo.
E la Juventus…
I bianconeri sono gli spettatori interessati, inevitabilmente non determinanti, del caso. Imperfetti come non mai, ma con calciatori che in specifiche situazioni possono fare la differenza: due su tutti, Dusan Vlahovic – sempre decisivo, malgrado i sussurrati mugugni su un rendimento, a detta di alcuni, sotto le aspettative – e Paulo Dybala, che non disdegnerebbe un bel regalo di commiato.
L’impresa è di quelle improbabili, visto che serve un suicidio di massa tra le tre davanti. Non sarebbe una novità, appunto, a il trittico finale con Genoa, Lazio e Fiorentina non lascia intendere che l’en plein sarà un gioco da ragazzi. L’aritmetica c’è, così come una velata rassegnazione: difficile, per usare un eufemismo, ma non impossibile. Decisamente più abbordabile il traguardo della Coppa Italia, giusto per non chiudere in magra la stagione.
Tutto può succedere
I pronostici sembrano dare l’Inter favorita, ma la sensazione è che in questo ultimissimo scorcio di campionato può succedere di tutto. Possono sperare sia il Milan che il Napoli: i primi, se dovessero ritrovare la spensieratezza che li ha portati fino a questo punto. Ai partenopei, seppur indietro in classifica, non resta che vincere e sperare nei passi falsi delle altre due.
Sullo sfondo il paradosso, dai colori bianconeri, che può diventare minaccia se le tre dovessero annullarsi tra loro. Tutto può succedere, se di mezzo c’è l’ansia da prestazione che nessuno riesce a porvi rimedio. Effettivamente, è l’unico clamoroso colpo di scena che manca a questa (non) corsa per il Tricolore che di ordinario ha ben poco. Cosa e buona giusta, intanto, tenersi forte e allacciare le cinture.
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