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Angolo del tifoso

ANGOLO NAPOLI – Napule è… tredici uomini e un pareggio

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Tempo di lettura: 3 minuti

Il calcio è, tutto sommato, una storia semplice.

Lungi da qualsivoglia supporto scientifico, infatti, tirare calci ad un pallone è vicenda privata tra ventidue giocatori influenzata solo in parte da quel che accade fuori al rettangolo verde.

Juventus – Napoli, come spesso accade, è iniziata assai prima del fischio d’inizio, col solito portato di chiacchiere, polemiche e prese di posizione da parte di chiunque ritiene, grazie ad un ineguagliabile dono goduto spesso senza meriti, di poter su ogni cosa dar aria alla bocca facendo uscire suoni o pigiare su una tastiera e scriver parole.

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Meglio averla giocata, in ogni caso.

Perché le regole al massimo si contestano e si contribuisce a cambiarle se ingiuste, ma se ci sono… si rispettano.

La sorpresa vera, si è detto, è quando accade esattamente ciò che speravi.

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E dunque il Napoli è partito regolarmente per Torino, è sceso in campo, ha giocato un grande primo tempo, ha imposto per larghi tratti il proprio gioco ed alla fine ha pareggiato una partita che – senza alcuno scandalo – poteva vincere.

Tanti azzurri hanno trasformato un vincolo in un’opportunità: su tutti Diego DemmeJuan Jesus e, soprattutto, Faouzi Ghoulam.

Se i primi due avevano regalato in epoche anche abbastanza recenti buone prestazioni, per l’algerino la prestazione di gran livello era auspicabile, ma non prevedibile.

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Chi col calcio e per il calcio lavora e guadagna troverà – come sempre – tanti argomenti al termine di un match assai sentito, commentando episodi dubbi (c’è forse un fallo di Bernardeschi sul principio dell’azione  che porta al pari di Chiesa, c’è probabilmente in area un braccio troppo largo di Mertens su una punizione avversaria, c’è sicuramente un intervento di De Ligt su Di Lorenzo che meritava d’esser rivisto e presumibilmente punito), ma il dato certo e inconfutabile del posticipo d’una stranissima ventesima giornata di campionato è un altro: la difficoltà nel capire se dietro la coraggiosa e fiera prestazione azzurra ci sono più meriti dei ragazzi di Spalletti o demeriti di una squadra bianconera quest’anno lontana parente d’un top club capace di meritarsi la Champions.

Nonostante l’assenza di un numero infinito di calciatori, la sfida si è giocata alla pari, a viso aperto, con ritmi a tratti molto alti e tanti scontri soprattutto al centro del campo.

Hanno impartito lezioni a centrocampo Demme e Lobotka, col secondo divenuto ormai imprescindibile ogni qualvolta c’è da dare respiro, velocità e fluidità alla manovra.

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Solo tredici uomini della prima squadra erano disponibili oggi, quelli che hanno giocato nei novanta minuti (fanno poco testo i tre minuti nel recupero del giovane Zanoli).

E’ venuto fuori un pareggio in trasferta che significa solo un punto in classifica, ma che serve a recuperare fiducia dopo inguardabili esibizioni casalinghe e che mantiene a 5 punti un quinto posto che – per quasi tutto il girone d’andata – gli azzurri hanno mostrato di non meritare.

Chi desidera l’arcobaleno”, si sa, “deve imparare ad amare la pioggia”.

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Dunque è giusto gonfiare il petto nel giorno della Befana del 2022, perché gli azzurri vestiti di rosso, nonostante le mille difficoltà e la totale emergenza, hanno sudato la maglia, meritando alla fine solo applausi.

Li ha meritati anche Lorenzo Insigne, che – bontà sua – ha deciso di maturare calcisticamente altrove. Nella speranza che di qui alla fine ci siano gol, assist e prestazioni da raccontare, società e tifosi farebbero bene a trovarne prima possibile un sostituto. Perché è da qui che passa la tappa più importante dei prossimi dieci anni azzurri, con un binario che può portare assai lontano o… fermarsi alla prima stazione. Ma questa è un’altra storia… e varrà la pena viverla per raccontarla.

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