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Abati: “Sogno l’azzurro, ma prima la salvezza col Pro Sesto” (ESCLUSIVA)

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Beatrice Abati, di Castellanza in provincia di Varese, ha solo 24 anni ma ha già un percorso calcistico alle spalle di tutto rispetto: l’esordio in serie A a 17 anni, la serie A e la serie B con l’Inter, i mondiali con la Nazionale Under 17 in Costarica, un biennio negli Stati Uniti, il rientro a Napoli, la serie B l’anno scorso a Como e da questa stagione alla Pro Sesto. Il suo sogno calcistico è tornare a vestire l’azzurro dell’Italia dopo aver contribuito a far raggiungere la salvezza alla sua attuale squadra.

Un pareggio casalingo a reti inviolate contro il Cortefranca. I giornali bresciani scrivono che un punto sta stretto alle franciacortine. La divisione della posta in gioco è un risultato giusto o sta stretto anche a voi?

“Volevamo i 3 punti, il pareggio sta stretto anche a noi. A mio parere non abbiamo espresso il nostro miglior gioco contro una squadra ostica come il Cortefranca. E’ stata una partita molto intensa fisicamente e purtroppo non siamo riuscite a trovare il goal e a replicare la vittoria di Coppa Italia. Adesso guardiamo avanti e lavoriamo per preparare al meglio la prossima partita contro il Brescia”.

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In estate è passata da una società dichiaratamente ambiziosa come il Como Women alla neopromossa Pro Sesto. Come ti trovi nella nuova società e che obiettivi vi ponete come squadra?

“Alla Pro Sesto mi sono integrata subito e mi sto trovando bene con staff e compagne. Il nostro obiettivo è la salvezza, siamo una squadra giovane, ma con giocatrici molto valide. Diamo sempre il massimo e continuiamo a lavorare per affinare il nostro stile di gioco. Abbiamo tutte le carte in regola per poter raggiungere il nostro obiettivo”.

Al rientro dagli Stati Uniti la parentesi al Napoli Femminile. Che ricordi hai di quella esperienza?

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“Il Napoli femminile è stata una brevissima parentesi della mia carriera calcistica. E’ una società ambiziosa e con grande voglia di essere tra le migliori squadre nel panorama del calcio femminile. Sono arrivata a Napoli subito dopo il mio rientro dagli Stati Uniti a campionato inoltrato. La squadra era già costruita e ho fatto fatica ad integrarmi. Comunque è stata un’esperienza utile che mi è servita per crescere e di porto un bel ricordo”.

Hai studiato e giocato a calcio in un’università del Tennessee. Raccontaci brevemente come sono state quelle stagioni e come è il calcio universitario negli Usa? Il livello è davvero superiore al nostro?

“Ho studiato e giocato a calcio per 4 anni in un’università americana, l’East Tennessee State University. Gli Stati Uniti non sono solo stati calcio e studio, ma soprattutto un’esperienza di vita fantastica. Il calcio universitario negli Stati Uniti è prettamente fisico, si dà meno importanza alla parte tecnica e tattica. Nelle Università americane lo sport assume un ruolo da protagonista; non fanno mancare nulla agli atleti e le strutture messe a disposizione sono all’avanguardia. Le numerosissime università presenti negli Stati Uniti hanno quasi tutte la squadra di calcio femminile che competono in campionati regionali e nazionali. Secondo me le università più forti hanno un livello più alto del nostro campionato. Da lì vengono poi selezionate le giocatrici per le squadre professionistiche”.

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Facciamo altri passi all’indietro. Dopo i primi calci all’oratorio, come quasi tutte, a Castellanza sei entrata nelle formazioni giovanili dell’Inter. Raccontaci un po’ di quegli anni di formazione e crescita calcistica.

“Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 10 anni. Dopo i primi calci all’oratorio, ho giocato per due anni nella Roncalli una società di Legnano per poi passare all’Inter Femminile all’età di 13 anni. Ho militato nell’Inter per 6 anni, partendo dalla categoria Giovanissime fino ad arrivare in Prima Squadra con cui ho disputato un campionato di Serie A e tre di Serie B”.

Come ti sei trovata nel mondo nerazzurro?

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“Ho un bellissimo ricordo del mondo nerazzuro dove ho passato gran parte della mia carriera calcistica. All’Inter sono cresciuta molto calcisticamente. Hanno creduto sin da subito in me tanto da farmi esordire con la Prima Squadra in Serie A all’età di 17 anni. E’ anche grazie a loro se sono riuscita a far parte della Nazionale Under 17 e Under 19”.

Infatti. Hai giocato nella Nazionale Under 17 partecipando al Mondiali in Costarica dove giungeste terze. Hai nel tuo curriculum anche un gettone di presenza nella Nazionale Under 19. Immagino che ti piacerebbe vestire di nuovo i colori azzurri.

“Considero l’esperienza in Nazionale come il capitolo più bello della mia carriera calcistica. Mi ha consentito di confrontarmi con le calciatrici di molte nazioni e di ottenere numerose soddisfazioni personali. Poter difendere i colori della propria nazione è sempre un sogno e ripaga di tutti i sacrifici fatti. Vestire di nuovo i colori azzurri sarebbe un’emozione grandissima”.

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Sei una centrocampista, giochi nella “terra di mezzo”. Come ti definisci tecnicamente e tatticamente? Vedo che sei affezionata al numero 8 ..

“Mi definisco una giocatrice intelligente tatticamente, dotata di buona tecnica e visione di gioco. Penso di avere ottime doti di corsa, sono grintosa e ho un buon tiro dalla distanza. Sono affezionata al numero 8 perché è stato il primo che ho avuto quando ho iniziato a dare i primi calci al pallone; inoltre, sono tifosa della Juventus e il mio giocatore preferito è Claudio Marchisio, anche lui indossava la maglia numero 8”.

Come ti impiega il tuo attuale mister?

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“Alla Pro Sesto giochiamo con il 4-3-3. Per la maggior parte il mister mi impiega come centrale dei 3 di centrocampo e ogni tanto come mezzala. Mi trovo bene in entrambe le posizioni”.

Sei iscritta ad Ingegneria biomedica. Al termine della tua esperienza calcistica pensi di rimanere nel mondo del calcio? O preferisci costruirti un lavoro solido e poi magari seguire ancora il calcio femminile solo per diletto?

“Sto frequentando il primo anno di Laurea Magistrale al Politecnico di Milano. La mia idea è quella di giocare a calcio il più a lungo possibile, fino a che riuscirò a conciliare entrambe le cose. In futuro vorrei fare un lavoro che valorizzi il mio percorso di studi; il calcio femminile continuerò a seguirlo solo per diletto”.

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