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LEVA CALCISTICA ’68 – Euro 1980, prima puntata

Euro ’80/0
Era l’undici giugno del 1980 e alle 17,45 il sole non era ancora tramontato sui sette colli.
L’Olimpico di Roma ospitava la partita inaugurale dell’Europeo tra i campioni in carica della Cecoslovacchia e la Germania Ovest, in quella che era, a tutti gli effetti, la rivincita della finale di quattro anni prima, quando i tedeschi avevano perso ai rigori.
Da adolescente ero molto contento di non sorbirmi nottate – come due anni prima avevo fatto – per vedere il Mundialito disputato in Uruguay. Questa volta gli orari erano consoni e in più si sarebbero giocate diverse partite a Napoli, a cui avrei assistito di persona. Milano e Torino le altri due sedi scelte, dotate di impianto all’altezza.
Se ripenso alla formazione iniziale della Germania Ovest, ancora oggi mi sale un brivido lungo la schiena. Era una schiera di fuoriclasse tali da essere destinati a stare ai vertici del calcio mondiale.
Così come fu.
Shumacher, antipatico come pochi, ma fortissimo tra i pali.
Kaltz che arava la fascia destra come un caterpillar.
Karl Heinz Foerster, marcatore implacabile in difesa, a far coppia con “l’amabile” Uli Stielike.
Un mediocampo dove regnava incontrastata la classe e la tecnica di un giovanissimo Bernd Schuster e l’estro di Hansi Müller.
In attacco poi c’era quello con l’otto, biondino, che spaccava in due le difese e che sembrava avere due cacciatorpedinieri al posto dei quadricipiti: Karl Heinz Rummenigge.
Seduto in panca, tra gli altri, ce ne era uno veramente scarsino, Lothar Matthaus.
Insomma, tanta roba. Come si dice oggi.
Quella del 1980 può essere considerata la prima competizione europea per nazionali, di concezione moderna.
Fu assegnata nel 1977 all’Italia, che si mosse per tempo per non farsi trovare impreparata, considerando anche che – e fu la prima volta – al paese ospitante spettava la partecipazione “di diritto”.
Quel pomeriggio non era molto affollato lo stadio, ma i bianchi di Germania mantennero le attese e misero sotto i campioni. A mezz’ora dalla fine, risolse Kalle Rummenigge con imperioso stacco aereo su cross di esterno di quel geniaccio di Müller.
Era cominciato nel migliore dei modi l’Europeo italiano per Jupp Derwall e i suoi ragazzi, e un imberbe dodicenne dalla lunga chioma cominciava a sognare.