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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVE – Gambe in spalla

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Non c’è nemmeno il tempo di guardarsi negli occhi, dopo la sconfitta tanto cocente quanto inevitabile dello scontro Champions con il Porto. Quel due a uno mi rimbomba ancora in testa, e non per il suo valore concreto, ché un due a uno in zona Champions è sempre meglio di un due a zero. La vena sulla fronte pulsa un po’ a tutto il popolo bianconero, perché ieri Antonio Conte ha portato a casa anche il derby, i punti di distanza con la squadra nerazzurra cominciano ad essere tanti, e le pretendenti per i posti Champions, pure.

Si torna dalla trasferta europea a casa nostra, ad ospitare il Crotone di mister Stroppa. Riassunto delle puntate precedenti: uno a uno a fine ottobre. Attenuanti a pacchi per quell’inizio campionato, molte ma molte di meno a questo punto della stagione, in cui la prima mazzata di questo tour de force è arrivata da una immeritata sconfitta per mano del Napoli, nonché di una totalmente meritata da parte, appunto, con il Porto.

Stasera Pirlo non è che abbia chissà quale scelta, e nemmeno noi, se non quella di vincere. Obbligo morale provare almeno ad insidiare le squadre lì davanti, che ogni volta che me lo chiedono quasi non so rispondere. “Decimo scudetto o Champions League?”. Vuoi più bene a mamma o a papà?

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Squadra decimata dagli infortuni e tanti nomi giovani nella distinta di gara: tra i giovani ce n’è uno di quarantatrè anni, Gigi Buffon, ed uno di soli vent’anni, Niccolò Fagioli. Uno che quando Buffon faceva il suo debutto alla Juventus probabilmente restava incantato al suono di un carillon. Ma il bello del calcio, e degli eroi, è soprattutto questo.

E di eroi si parla anche quando la prima mezz’ora del match è di una noia mortale. Sembriamo camminare sulle uova, a ritmi estremamente blandi, certamente terrorizzati dall’eventualità di poter prendere un goal e lasciare per strada anche questi tre punti, nonostante la tua difesa possa vantare De Ligt e Demiral centrali, corredati da Alex Sandro e da un implacabile Danilo.

Torna tra i titolari Aaron Ramsey a centrocampo, al fianco di Lollo Bentancur che deve, deve assolutamente riscattarsi dalle ultime due negativissime uscite. Diciamo che non è certo nei primi trenta minuti che ci riesce, infatti è solo alla fine del primo tempo che la Juve sembra finalmente prendere il pallino della situazione e costringere finalmente Cordaz a fare il suo lavoro. Non solo un Danilo in grande spolvero, ma anche un Federico Chiesa che se vivi sul divano ti fa quasi venir voglia di togliere le ragnatele a quelle scarpette da corsa che hai pagato un occhio della testa “perché vado almeno tre volte a settimana”: certo, come no. Federico corre, punta l’uomo e mette cross in area: opera sua il primo vero pericolo, un bel colpo di testa di Ramsey che va a finire sulla traversa, grazie alla deviazione del portiere del Crotone.

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E poi gli eroi, appunto.

Uno di quei goal che tutta l’Italia bianconera non smetterebbe mai di guardare. Cristiano Ronaldo, per stasera come per ogni sera titolare, mette la ciliegina sulla torta sfornata proprio da Alex Sandro, un cross meraviglioso che il portoghese non si lascia scappare, facendo quel passo in più che gli permettere di staccare praticamente il collo dalle spalle e infilare la porta del Crotone.

Ma a lui non basta. E nemmeno a noi onestamente, visti i precedenti. Approfitta di una ribattuta dello stesso Cordaz su un suo stesso tiro: a quel punto è Ramsey che gli offre nuovamente la possibilità di siglare la sua doppietta personale: e raramente ho visto CR7 negarsi questa possibilità. Al contrario, sapeste quanto è bello poter gioire della frequenza con cui quest’uomo prende il volo: fatelo anche voi ogni tanto, anche se non vi appartiene calcisticamente. Anche questo è amarsi.

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Il secondo tempo riparte con un buon Crotone, trascinato da Messias che prova a mettere in difficoltà Supergigi. Ma è tempo di mettere in ghiaccio questa partita, e soprattutto di dare un senso a quei ragazzini aggregati alla prima squadra in questa fredda serata di febbraio: ci pensa Wes McKennie a far sì che le incursioni di Messias e Reca possano non dar più pensieri ai ragazzi di mister Pirlo. McKennie stoppa di petto, controlla il pallone e infila nuovamente la porta di Cordaz. Game, set, match e venti minuti, i primi venti minuti in serie A per Niccolò Fagioli.

E per Di Pardo, anche. Ha senso esser felici per un Cristiano Ronaldo che non invecchia mai e che in ogni momento di picco negativo per questa squadra sa dove andare a prendere quella carica che pure su un goal sbagliato lo fa disperare e sbattersi come se avesse perso male. Lo avranno guardato bene, Fagioli e Di Pardo. Ogni giorno, negli allenamenti, nelle partite, è ciò di cui avranno bisogno nel futuro, che sia con questa maglia o con qualsiasi altra. E oggi è ciò di cui abbiamo bisogno noi: di guardare alla classifica, e di trovare in noi stessi non la voglia, ma la necessità, una necessità fisica. Di vincere, di riconfermarci. Di essere Juve.

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