A(F)FONDO
ANGOLO MILAN – Una sconfitta utile
La prima volta non si scorda mai. E possiamo ben dirlo per la prima sconfitta della stagione 2020-2021.
Il Milan arriva a questa sfida ancora in difficoltà coi cambi. Alle assenze di Ibrahimovic, Saelemekers e Bennacer, si sono aggiunte quelle last-minute di Rebic e Krunic, risultati positivi al Covid.
Si va avanti così da un mese. Se contro la Lazio si è riusciti ad avere la meglio, contro la Juventus, detentrice del titolo, ferita e vogliosa di riscatto, si paga pegno.
La Juve non ha giocato meglio ma ha saputo fare l’essenziale senza stravaganze, senza strane alchimie e questa pulizia di intenti si è tradotta in pulizia di esecuzione. Esecuzione di coperture difensive e di inserimenti in attacco.
Marchiati Juve sicuramente i primi venti minuti di partita, con Dybala in serata, bravo a uscire dalle marcature, a mettersi fra le linee e liberare spazio per gli inserimenti di Ronaldo, che preferisce partire da dietro, e di Chiesa, che spesso taglierà verso l’interno, preferendo la soluzione di sinistro. E proprio con il sinistro prenderà prima un palo e poi siglerà il secondo gol.
Il Milan non perde il suo gioco, non perde il pallino della manovra, pressa molto alto e spesso metterà in difficoltà gli avversari, ma le polveri sono bagnate. Una lancia spuntata.
Leao si prodiga, spazia in attacco, si muove per creare spazi ma l’assenza di una vera prima punta, stasera, si sente. Troppi pochi punti di riferimento, troppe speranze riposte negli inserimenti di Calhanoglu da dietro, coi bianconeri che si chiudevano bene e che concedevano poco spazio per tiri e dribbling.
Hauge punge poco, sempre un tocco in più, un passaggio in più. Castillejo oltre la corsa, di più non può offrire. Dalot spinge meno come laterale destro ma chi ha soffre tanto l’avversario è Hernandez. In fase difensiva il francese deve migliorare, posizionamento, cattiveria, aggressività. La strada per diventare uno fra i primi tre terzini sinistri d’Europa è lunga ma il tempo è dalla sua parte.
Una menzione speciale definitiva, invece, la merita Davide Calabria. Questo gol, il secondo della stagione dopo quello rifilato al Parma, conferma non solo la ripresa di questo terzino ma la sua consacrazione a pedina oramai irrinunciabile di questo nuovo Milan. Che sia pace. Troppo buia la stagione passata e anche quella precedente, troppe partite giocate male, troppa vaghezza. Atteggiamenti inaccettabili da chi proviene dal vivaio milanista e si è guadagnato il posto disputando ottime partite d’esordio. Era urgente un riscatto, altrimenti le strade si sarebbero potute separare. È il milanista che vince più contrasti, è il milanista che macina tantissimi chilometri e, dopo stasera, è il milanista che, completamente fuori ruolo, ha rimesso in carreggiata la sua squadra, anche se non definitivamente. Il 2 che è stato di Tassotti, ha trovato il suo degno erede.
Lo spirito è quello giusto. E vale per Calabria come per tutta la squadra. Guai a strapparsi i capelli dopo stasera. Guai a vedere questa sconfitta come chissà quale segno nefasto. Come l’inizio della fine. Nella prossima giornata gli incroci saranno Milan-Torino, Juventus-Sassuolo e Roma-Inter.
Il crocevia vero non era oggi, visto il grande favore dell’Inter che ha perso contro la Sampdoria. Sarà alla diciottesima giornata, il 15 Gennaio: qui ci si gioca tanto. Cagliari-Milan, Juventus-Inter e Lazio-Roma. Alla diciannovesima poi l’ultimo dei big match, proprio in coincidenza con la fine del campionato invernale. Il 23 Gennaio il Milan affronterà l’Atalanta che, tre giorni prima, avrà affrontato l’Udinese nel recupero della partita sospesa per maltempo. Ecco perchè la sberla può essere utile. Per far uscire la grinta e la cattiveria, quel pizzico di adrenalina in più che può dare tanto nel primo rush vero della stagione.
Questa sconfitta serviva come il pane. Era il tempo giusto. Uno schiaffo in pieno viso, salutare come una ventata d’aria gelida che riattiva riflessi e sinapsi. Adesso si capisce subito se questo Milan è stato solo un magnifico bluff o se siamo davanti al consolidamento di quella squadra che sul campo si è guadagnata i galloni di prima vera pretendente dello scudetto 2020-2021.
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