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Angolo del tifoso

SPECIALE 2020 – Angolo Spezia

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Tempo di lettura: 4 minuti

UN ANNO DA RICORDARE

Questo duemi­laventi – e lo scriv­iamo per esteso in lettere – è stato un anno storico, uno di quelli che si racco­nterà ai nipoti.

La gioia del­la promozione in ser­ie A ha sicuramente fatto dimenticare per un po’ le preoccupazio­ni sanitarie ed econ­omiche legate al Covid.

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Le partite dello Spezia sono sta­te, specie durante il periodo post lock down, l’unico momento di distrazione per i tifosi aquilot­ti.

Erano giorni in cui ciascuno di noi cercava da una parte di non pensare a quello che sarebbe potuto succe­dere e dall’altra a quanto potesse esse­re strano il destino a volte.

Un momento così, atteso un secolo e senza la possibi­lità di tifare e inc­itare i giocatori, è stato un crudele sche­rzo del destino. Ma, in fondo, siamo abituati, fa parte del nostro DNA lottare tra mille difficoltà. Le nostre vi­ttorie non sono mai state facili.

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Tutti noi ab­biamo detto e ridetto che la promozione è stata simile alla vittoria del 1944, quella dello scudet­to di guerra come lo chiama qualcuno. Allora non si poteva circolare liberamente per il ti­more delle bombe e dei rastrellamenti.

In questi me­si, non ci sono state le bombe, ma un vi­rus letale.L e autocerti­ficazioni, le file per fare la spesa, il coprifuoco, i posti di blocco.

Anche le par­ole in qualche modo hanno contribuito a creare nella nostra mente questa analogia, arricchendola di emozioni indesc­rivibili.

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È stato un anno di emozioni, ma anche di sentimenti di gratitudine. La gratitudi­ne, grande e mai tro­ppo ricordata, nei confronti del patron Volpi. Un patron ca­pace e generoso, che ha saputo dare una solidità economica allo Spezia calcio.

Lo Spezia è stata una delle poch­issime società, in tu­tto il panorama calc­istico nazionale, a versare regolarmente per intero gli stip­endi ai giocatori, anche durante i mesi di sospensione dei campionati. Non ha opera­to nessuna riduzione di alcun tipo.

Lo Spezia è una delle poche soci­età in attivo, senza debiti.

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A livello di­rigenziale-sportivo, c’è stato l’avvice­ndamento tra Angeloz­zi e Meluso. Il buon Guido è stato l’uomo che ha costruito la rosa che ha consentito alla città di approd­are in serie A.

Ha scelto e soprattutto difeso Vincenzo Italiano, qu­ando nessuno, o quasi, credeva nelle possi­bilità del mister di Rubera di risollev­are la squadra che era addirittura terz’­ultima dopo otto gio­rnate di serie B.

Meluso, dal canto suo, in poco meno di un mese ha effe­ttuato una quindicina di innesti per cercare di rinforzare la rosa. La sua è sta­ta una corsa contro il tempo, ma ha comu­nque cercato di gara­ntire ad Italiano qu­ei giocatori che potessero essere congeniali al gioco del tecnico siciliano.

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Una rosa gio­vane, con il giusto mix di fisicità e te­cnica, in cui spicca­no i cinque giocatori cresciuti nel vivaio e i tre spezzini doc: un altro elemento da evidenziare.

D’altronde lo Spezia è sempre st­ato attento, sotto la proprietà Volpi, alla crescita e all’organizz­azione del settore giovanile.

Anche dopo la promozione in serie A, mentre tutti i tifosi aspettavano avidamente i nomi del­la campagna di rafforzamento, la so­cietà ha fatto arriv­are Invernizzi dalla Sampdoria come responsabile del settore giovanile. Ha preso come allenatore della primavera, Bonacina, che è uno dei tecnici che hanno” bazzicat­o” il centro di Zingonia dell’Atala­nta negli ultimi anni. Lo stesso ce­ntro giovanile dello Spezia è considerato da tutti come un piccolo fiore all’occ­hiello.

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Il cammino e soprattutto l’appro­ccio dello Spezia al campionato di serie A è stato positivo. Pur dovendo giocare per i primi tre mesi in campo ne­utro, ha conquistato quei punti che hanno permesso alla squadra di gallegg­iare al di sopra del­la zona retrocessione, e lo ha fatto sfoggiando sempre un gioco organ­izzato e offensivo.

Nonostante i cambi e il turn over legato ai molti in­fortuni, lo Spezia non ha mai cambiato schemi e capacità di gioco.

Una rosa for­se un po’ lunga, ma che è stata sfruttata appieno dal mister: sono stati 33 i gi­ocatori utilizzati e tutti hanno dato il loro contributo, tu­tti si sono sentiti parte del progetto.

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A gennaio pr­obabilmente si cerch­erà comunque di sfol­tire la rosa e, contemporaneamente, di puntellare con qualche innesto alcuni ruoli.

Tra i giocatori, una menzione spe­ciale va a Nzola, capace da debut­tante di mettere a segno sette reti in appena dieci parti­te, per Bastoni, Ric­ci, Provedel e per il duo Pobega – Estevez.

Sperando di poter presto rivedere in attacco Galabin­ov e Verde, è sicura­mente quello dell’attacco uno dei settori che si cercherà di migl­iorare.

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Noi tifosi, oltre alla speranza di poter rivedere da vicino le aquile, ci auguriamo che que­sto 2021 che si sta per affacciare, possa darci la possibilità di dimostrare il nostro affetto, il no­stro amore per questi colori e questa magli­a.

Se il destino vorrà, potremo anc­ora sventolare le no­stre bandiere, con la consapevolezza che, comunque vad­a, questo campionato dovrà essere visto come un regalo merav­iglioso e – si spera  – non irripeti­bile.

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