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Lazio, attesa per i tamponi di controllo. Ma il precedente Inter…

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La Lazio è partita per il Belgio decimata. Sono rimasti a casa, come vi raccontiamo da ieri, Armini, Escalante, Cataldi, Strakosha, Luiz Felipe, Leiva, Luis Alberto, Immobile, Lazzari e Pereira. I motivi non sono per tutti gli stessi ma da ieri il presentimento che alcuni tesserati siano coinvolti in un contagio da Coronavirus è molto forte. La società al momento non ha confermato ma l’allenatore laziale, Simone Inzaghi, ha chiaramente detto che nella giornata di oggi la società avrebbe comunicato ufficialmente i fatti.

Dalle voci che si sono rincorse nella giornata di ieri era emersa la possibilità che alcuni tamponi effettuati fossero debolmente positivi e quindi con possibilità di risultare negativi al controllo successivo. Non essendo ufficialmente emersi i nomi ci pare inutile fomentare la riddà di voci che circolano da poco meno di ventiquattro ore su questo o quel giocatore. Quello che sembra utile sottolineare invece è il protocollo che l’Uefa applica in questi casi.

Il precedente Hakimi

Il massimo organo europeo infatti ritiene inappellabile il controllo effettuato sul territorio italiano dalla SYNLAB 72 ore prima del match. Come successo per Hakimi dell’Inter, anche se i seguenti tamponi risultassero negativi i giocatori non sarebbero utilizzabili per la partita in questione. La speranza, veramente ridottissima, è che il precedente dell’esterno nerazzurro abbia indotto l’Uefa a rivedere l’inderogabilità del protocollo. Ancora poche ore e le cose saranno più chiare.

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