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Ivan Juric, il re Mida di Verona

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Ivan Juric è stato l’assoluto protagonista del dopo partita con la Juventus. A margine della gara, pareggiata 1a1 allo Stadium contro la Vecchia Signora, dopo la solita domanda dei cronisti sulla mancanza di acquisti ha risposto letteralmente: “Non parlo di mercato sennò mi esonerano“.

Deve essere frustante per un tecnico,  che ha portato la sua squadra ad essere la rivelazione dello scorso campionato, dover ricominciare tutto da capo e doverlo fare con interpreti nuovi e poco conosciuti. La rosa dell’Hellas è stata letteralmente smembrata: Pessina, Verre, Kumbulla, Rrhamani e Amrabat sono la punta dell’iceberg di una squadra che non c’è più. Le casse del presidente Setti probabilmente ridono ma la lavagna tattica su cui Juric scrive i nomi dei giocatori da mettere in campo un po’ meno.

L’uomo dei Balcani

Ma Ivan è uomo pragmatico e soprattutto riconoscente. Sa che al Verona e al suo presidente deve molto altro non fosse per avergli dato la possibilità di rimettersi in gioco dopo i tre (3!) esoneri consecutivi al Genoa. E allora giù il boccone amaro e maniche rimboccate per provare a compiere un nuovo miracolo in gialloblù. Dall’infermieria aspetta buone notizie per alzare la qualità e l’esperienza di una squadra che manca proprio in queste due caratteristiche: Miguel Veloso, Benassi, Gunter, Cetin e Di Carmine sono al momento out ma il loro rientro sembra prossimo.

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Lo stile di gioco

Andando ad approfondire il modo di giocare delle squadre di Juric la prima cosa che balza agli occhi è la somiglianza con l’Atalanta di Gasperini, suo mentore tattico e non solo.

Lo schema, il 3-4-2-1, è lo stesso e molto simili rimangono la marcatura a uomo dei difensori, che seguono l’avversario alto fino anche alla metà campo, e l’intensità di gioco sia in possesso palla che in ripiegamento.

Ma è solo la prima impressione, che rimane a chi si ferma ad uno sguardo distratto. La diversità con la dea bergamasca sta nel modo di indirizzare il pressing, che manda spesso gli avversari sugli esterni consentendo un raddoppio con il centrocampista che si aggiunge al laterale.

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Nella costruzione poi la capacità di Miguel Veloso di giocare spesso verticale si accompagna agli inserimenti palla al piede di Tameze che ha sostituito Amrabat in questa caratteristica. Quando sarà disponibile, Benassi potrà fare coppia con Zaccagni a supporto della punta, ruolo che con Di Carmine Kalanic e Favilli sembra l’unico realmente coperto. L’alta intensità richiesta dal tecnico croato presuporrebbe una rosa lunga e qualitativamente omogenea ma Juric sa che non è e non potrà essere cosi. Sarà fondamentale la crescita,  sotto la sua guida, di alcuni giocatori giovani che gli sono stati messi a disposizione. Come quel Lovato che ieri sembrava un veterano allo Juventus Stadium ma che in verità fino a pochi mesi fa giocava in Lega Pro.

Ivan bofonchia, sbuffa e si arrabbia ma sa che il Veoronq che sta nascendo potrebbe regalare emozioni ai butei scaligeri.

(Foto sito ufficiale H.Verona)

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