Approfondimenti
Momo Salah: il campione della gente
Una tragedia a volte può cambiare la vita delle persone. E ne sa qualcosa Momo Salah.
Primavera del 2011, in Egitto la morte di Hosni Mubarak, a capo dello Stato egiziano da più di venti anni, porta divisioni ideologiche all’interno del paese sempre più forti. Di riflesso, tali divisioni, sfociano in maniera violenta nel mondo del calcio.
Questa violenza trova apice nel febbraio del 2012 con la strage di Port Said: settantaquattro persone uccise e cinquecento feriti durante il match Al Ahly-Al Masry. L’atto vandalico e la situazione sempre più repressiva in Egitto scuotono l’intero mondo del calcio e anche la FIFA, che decide di organizzare un’amichevole tra il Basilea ed un selezione Sub23 dell’Egitto.

Un giovane Mohamed Salah, appena diciottenne.
Tra i convocati di quella selezione c’è un giovane egiziano che in patria sta facendo parlare di sé: Momo Salah. Tecnica eccelsa, scatti da centometrista, cambi di direzione inimmaginabili. Un portento che in quell’amichevole mostra tutte le sue qualità. Entra nella ripresa e realizza una doppietta che fa accendere i radar degli osservatori del Basilea, che gli offrono un provino e dopo appena una settimana tesserano il giovanissimo egiziano.
DALLA SVIZZERA ALLA CONQUISTA DELL’EUROPA
Il primo gol in una competizione europea con la maglia del Basilea lo sigla contro il Tottenham. L’anno dopo sempre contro gli Spurs trascina i Bebbi alla prima semifinale di una competizione UEFA.

Primo goal europeo contro il Tottenham
Da quella partita in poi, i successivi due anni e mezzo di Salah si colorano di Blues: il Chelsea lo elimina in semifinale ed il gennaio successivo lo acquista per quindici milioni di euro. Ma quelli sono i tempi di José Mourinho, tempi in cui trovare un posto nell’undici titolare appare difficile. Salah gioca molto poco ed in tanti iniziano ad avere dei forti dubbi sulle sue doti.
Ma poi arriva l’Italia, prima la Fiorentina e poi la Roma e Salah realizza finalmente il definitivo salto di qualità: 65 presenze, 29 goal. Un bottino che convince il Liverpool a rompere gli indugi e dargli una nuova possibilità nella competitiva Premier League.
Il resto è storia. Salah inizia a segnare goal a raffica, con Manè e Firmino forma un tridente che permette ai Reds di Jurgen Klopp di salire sul tetto d’Europa e del Mondo e di essere ad un passo dal riportare ‘lo scettro’ d’Inghilterra a Liverpool.

Il tridente Reds: Salah, Firmino, Mané
Il piccolo Mohamed che prendeva cinque bus per andare da Basyoun a El Cairo, dove si allenava con il club Al-Mokawloon, ha realizzato il suo sogno. Diventare un calciatore? Assolutamente no.
IL SOGNO SALAH
Capita di vedere islamici prendere un tappetino, rivolgersi verso la Kaʿba e pregare. Pregano ovunque: nei parchi, nei cantieri, per strada, su un campo di calcio.
Salah ha pregato fin da piccolo, tra un calcio ad un pallone di stracci per le strade di Basyoun, a quasi duemila chilometri da Pietra Nera, luogo sacro per il mondo islamico, e una corsa per non perdere il bus che lo portava ai campi di allenamento.
Suo padre voleva che studiasse e che si concentrasse di più sulla religione musulmana. Ma il piccolo Momo aveva le idee chiare: correre dietro ad un pallone, diventare il giocatore più forte d’Egitto ed aiutare il suo popolo.
Ed il sogno del piccolo Mohamed si è realizzato: compra attrezzature da palestra per il centro della comunità, paga un campo da calcio per tutte le stagioni da costruire alla scuola Mohamed Ayyad Al-Tantawy e non perde mai l’occasione di aiutare il suo popolo, diventando una vera e propria icona.
Mohamed Salah, agli occhi degli egiziani, è l’ispirazione per la generazione futura del suo Paese, l’eroe a cui voler assomigliare.
Un eroe che oggi aggiunge un altro anno ad una vita che gli ha regalato la gioia più grande: diventare un esempio da seguire per il suo popolo.
BUON COMPLEANNO MOMO!

Salah, l’eroe d’Egitto