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CALCIO E STORIA – Liguri e Sanniti: streghe e focaccia

Alcuni giorni fa, in serie B, c’è stato l’incontro di calcio tra Benevento e lo Spezia ma, al contrario di molte partite definite “derby” per vicinanza territoriale o regionale, queste due città, distanti più di settecento chilometri, hanno in comune un’origine che si perde negli albori della storia.
Occorre infatti ritornare indietro, ai tempi dei romani e dei consoli, addirittura al secondo secolo avanti Cristo.
In quel periodo, i romani sottomisero le popolazioni dei liguri che abitavano le regioni montuose dell’antica Luni e che si estendevano dalla val di Magra fino alle zone del tratto appenninico alle spalle delle odierne alpi apuane.
I due proconsoli Bebio e Cornelio, tuttavia, non sterminarono tali popolazioni (in realtà i romani non lo facevano mai, preferivano allearsi o imporre il loro dominio sulle popolazioni sconfitte) ma le deportarono in massa per ripopolare le zone del territorio sannita appena liberato dai Taurasini.
Siamo intorno all’anno 180 a.C. e quello che i romani fecero fu un’opera logistica imponente, dal momento che, secondo lo storico Tito Livio, si parla di quasi sessantamila persone comprese donne e bambini (secondo altre fonti, addirittura più di centomila persone).
Alcuni di essi vennero trasferiti via mare e fatti sbarcare a Neapolis. La maggior parte, però, dovette affrontare un esodo di proporzioni bibliche, tale da fare impallidire anche Mosè e le tribù di Israele in fuga dall’antico Egitto.
La leggenda che spesso avvolge gli avvenimenti vecchi di millenni, ci ha fatto credere che i liguri vennero portati cosi lontano perché, non essendo un popolo di navigatori (per lo meno non ancora e di questo ne darà prova un certo Cristoforo Colombo), non erano in grado di orientarsi con le stelle.
In realtà, quella che in un prima ricostruzione fu definita come una deportazione forzata, si rivelò successivamente un trasferimento nato da un accordo stipulato tra romani e liguri.
Addirittura, a favore di ciascun ligure vennero elargite delle somme di denaro, la possibilità di arruolarsi nell’esercito romano e l’attribuzione di un appezzamento di terra da coltivare.
Ad avvalorare tale tesi anche una scoperta archeologica recente, riguardante un’iscrizione su pietra che descrive tutto ciò.
Inoltre è intervenuta anche la scienza, che ha compiuto studi comparati sul DNA dei beneventani (soprattutto della zona di Circello) e degli abitanti della lunigiana.
Tali studi, compiuti dal genetista Silvio Garofalo, hanno messo in risalto una sorprendente affinità cromosomica tra i due ceppi.
Benevento e Spezia, dunque, sono stati in lotta sul campo, ma i loro tifosi hanno una “parentela” vecchia di duemila anni e, anche se inconsapevolmente, sono stati accoglienti gli uni verso gli altri: probabilmente la focaccia e il pesto piacciono anche alle streghe.
Andrea Schiano di Zenise