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Venezia, la salvezza non è più un’utopia

Lavoro, una parola, mille significati e nel caso del Venezia, una sola chiave di lettura per spiegare un miracolo sportivo che sembrava irrealizzabile. Con due giornate ancora da giocare, la squadra lagunare è riuscita a mettersi alle spalle tre avversarie nella lotta salvezza, sovvertendo ogni pronostico e riaccendendo l’entusiasmo di un’intera città.
A inizio stagione, e soprattutto dopo il mercato invernale, in pochi avrebbero scommesso su questa classifica. La partenza del leader e capitano Pohjanpalo aveva gettato nello sconforto un ambiente già provato, mentre sul campo tutto sembrava girare storto. Ma da gennaio in poi, qualcosa è cambiato radicalmente. La svolta è stata netta e costante. Contro ogni aspettativa, contro ogni giudizio affrettato. “Contro tutti e tutto” è diventato il mantra silenzioso di un gruppo che ha risposto sul campo.
Il mercato e il lavoro, gli ingredienti del cambiamento
La campagna acquisti invernale si è rivelata sorprendentemente efficace. A gennaio sono arrivati volti nuovi, che nel giro di poche settimane hanno trovato identità e spazio. Fali Candé, difensore guineense arrivato dal Metz, ha sbloccato la gara di ieri e si è preso una maglia da titolare con autorità. Tra i pali, Radu è stato una garanzia assoluta: parate decisive, concentrazione massima e mai una sbavatura. In mezzo al campo, Kike Perez e Zerbin sono diventati i nuovi leader tecnici ed emotivi, trascinando i compagni con qualità e personalità.
L’attacco resta il reparto con più difficoltà, ma anche lì si intravede la rinascita. Il miglior Yeboah della stagione è finalmente emerso, e se il gol non arriva con continuità, è il collettivo a sopperire.
Ma ciò che più ha fatto la differenza è stato il lavoro mentale. Di Francesco ha instillato nei suoi giocatori un nuovo credo: crederci sempre, lottare su ogni pallone, restare compatti anche nei momenti più bui. A questo si è unito il lavoro tattico, che ha reso il Venezia una squadra ostica, sempre in partita, capace di leggere e interpretare i momenti della gara come una squadra matura.
Il Penzo, da perla nascosta a fortino inviolabile
Un ruolo fondamentale lo ha giocato anche lo stadio Penzo, piccolo gioiello affacciato sulla laguna. Rudimentale per struttura, ma travolgente per atmosfera, si è trasformato in un vero catino difficile da espugnare. Contro la Fiorentina si è percepito un tifo mai visto prima, un legame profondo tra squadra e tifosi che ha spinto gli arancioneroverdi oltre i propri limiti.
Cagliari e Juventus: tutto è ancora possibile
Ora il Venezia ha il proprio destino nelle mani. Le prossime sfide contro Cagliari e Juventus rappresentano due montagne da scalare, ma la squadra ci arriva nel miglior momento mentale dell’intera stagione. Chi la dava per spacciata, oggi rivede la narrazione. Perché il Venezia di oggi è diverso: è consapevole, battagliero, unito.
Quel che sarà, sarà. Ma a prescindere dal risultato finale, il Venezia ha già vinto una battaglia importante: quella contro i pregiudizi, la sfiducia e le difficoltà. E forse, è proprio da qui che nascono le storie più belle del calcio.
(Foto: DepositPhotos)