Angolo del tifoso
ANGOLO MILAN – Milan, miracolo Messias
Duemilanovecentoventi giorni senza vittoria, in Champions League, per i rossoneri. L’ultima contro il Celtic nel 2013. Questo, il peso sulle spalle dei calciatori scesi in campo oggi a Madrid e questa la cifra dell’impresa compiuta al Wanda Metropolitano. Le attese erano tante, bisognava dimostrare che la sconfitta contro la Fiorentina è stata solo un incidente di percorso. Bisognava non smarrire certezze e spirito, e questo preziosissimo risultato ottenuto in trasferta suona proprio come una conferma importante, soprattutto per come è maturata. Pressing alto, nessun condizionamento mentale nelle giocate difficili, palleggio paziente e grande spirito di sacrificio. La regola francescana di Pioli non è stata stravolta ma ha visto esaltati i suoi fondamenti.
Primo Tempo
Pioli si riaffida a capitan Romagnoli, titolari anche Krunić e Giroud. Avvio di personalità del Milan che tiene di più la palla e prova di più a giocare in una gara maschia. È Díaz il più ispirato nella prima parte: al 6′, dopo uno scambio in velocità con Saelemaekers, il suo destro strozzato termina a lato. L’Atlético crea poco, da segnalare un tiro alto dalla distanza di De Paul al 19′ e basta. Alla mezz’ora si rende pericoloso Hernández, colpendo al volo, forte ma impreciso, da posizione defilata in area. Spazio a un’ampia e massiccia lotta, a pagarne le spese sono gli attacchi e di conseguenza le occasioni, praticamente assenti fino al riposo.
Secondo tempo
Si riparte e il ritmo accelera: al 47′ Oblak blocca su Saelemaekers, al 48′ Tătărușanu para su Lemar, al 50′ il tocco sottomisura di Carrasco non inquadra lo specchio. I rossoneri, in termini di spinta e predominio, mettono alle corde gli spagnoli: al 56′ girata di Giroud sulla traversa, al 62′ il colpo di testa di Kjær sugli sviluppi di una punizione mette i brividi. Rammarico ancora più grande al 72′ quando Messias serve a rimorchio Bakayoko: il suo mancino, quasi a botta sicura, viene respinto da terra da Savić. Nuove emozioni col fiato sospeso: al 75′ Tătărușanu dice no a De Paul, al 77′ Florenzi dalla distanza non va, all’80’ stacco di Bakayoko e pallone vicino al bersaglio. Manca solo il gol, e arriva proprio nelle battute decisive. All’87’ la sblocca Messias che apre e chiude l’azione in maniera magistrale grazie a un’incornata di testa su cross perfetto di Kessie. Che paura nel recupero, Cunha si divora il pareggio. Poi, il triplice fischio.
Considerazioni finali
La prima vittoria del Milan in questa Champions proprio nell’ultima partita possibile, proprio quando tutto sembrava oramai perso. Rimane una qualificazione molto difficile ma, per lo meno, si potrà dire che è stato fatto tutto il possibile senza rimorsi. Una menzione speciale la merita Junior Messias, con la sua bella storia di calciatore che a 24 anni giocava nei dilettanti e oggi si mostra eroico nel torneo delle leggende. E poi menzione anche per il Presidente Kessie: manca la firma su un contratto che forse non apporra’ mai ma farebbe bene a riflettere una volta di più, soprattutto dopo una serata simile. Nessuna somma di denaro potrà mai compensare la perdita del posto sicuro, in campo e nell’immaginario dei tifosi milanisti, in una stagione simile e nelle stagioni che verranno. E il portiere che stasera, ancora una volta, sedeva sulla panchina del PSG, contro il Manchester City, lo sta capendo sulla sua pelle. Doveva essere la serata della sentenza definitiva, dell’eliminazione dalla coppa e invece potrebbe trasformarsi nella serata dell’impresa e della possibile svolta. Si torna in Italia con una consapevolezza ancora maggiore ed è esattamente quello che servirà domenica contro il Sassuolo.
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