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Napoli, Stellini: “Conte speciale, così prepariamo le partite…”

Il Napoli sta disputando una grandissima stagione grazie soprattutto all’approdo di Antonio Conte sulla sua panchina. Ma l’allenatore pugliese non potrebbe ottenere questi straordinari risultati se non potesse contare su uno staff preparatissimo.
Uno dei suoi collaboratori più stretti, ormai da quindici anni. è l’allenatore in seconda Cristian Stellini che intervenuto al microfono della radio ufficiale della squadra partenopea CRC ha spiegato nei dettagli cosa vuol dire lavorare al fianco di un allenatore come Conte.
“Quindici anni con Conte? Si sta molto bene insieme a lui, ma mai comodi. Bisogna sempre farsi trovare pronti, lavorare sodo ed avere grande rispetto di tutti.
Quest’ultimo è l’aspetto più importante che tendo a guardare. Il ruolo del secondo allenatore si è molto evoluto negli anni. Ho smesso di giocare nel 2010 e da quel momento gli staff sono molto cambiati: sono più numerosi ed ogni componente ha una funzione. Il secondo è diventato un po’ il tramite tra l’allenatore e lo staff.
Il tecnico oggi ha molte più cose a cui pensare, tra cui anche gli aspetti mediatici, e spende tante energie in cose che magari una volta non si facevano. Un tempo gli staff erano piccoli e c’era poco lavoro per l’allenatore fuori. L’aspetto a cui sono più legato? Ho iniziato a lavorare con Conte come collaboratore tecnico: analizzare le nostre partite e gli allenamenti è l’aspetto che mi è più caro e sul quale mi concentro tanto.
Chi potrebbe diventare allenatore tra i calciator del Napoli? I giocatori che abbiamo avuto in passato e che poi sono diventati allenatori sono stati quelli che hanno manifestato più interesse in ciò che facevamo: quelli che prendono appunti, chiedono. Oggi questi giocatori sono sempre di più, perché il calcio è cambiato ed i calciatori sono sempre più interessati.
Nel Napoli, Di Lorenzo è un ragazzo che conosce il calcio ed è molto interessato. Simeone, anche è molto attento alle dinamiche del gioco e non solo relative alla fase offensiva e all’attacco. Per intelligenza e comunicazione, secondo me anche Zerbin potrà diventare un allenatore”.
(Foto DepositPhotos)