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Angolo del tifoso

ANGOLO NAPOLI – Tutta esperienza

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Una partita degna di un quarto di finale di Champions League. Un confronto tra due squadre che – legittimamente – sono entrate tra le prime otto d’Europa che ha premiato quella che, a buon diritto, proverà ad andare addirittura in finale.

Un primo tempo in cui s’è visto tutto quel che si poteva vedere: rabbia agonistica, pressing furioso, infortuni, rigore sbagliato del Milan (che non andava ripetuto), penalty incredibilmente negato al Napoli su un fallo netto ignorato dal Var (scandaloso) e gol subito sul più classico dei contropiede causato dall’unica disattenzione a centrocampo di un Ndombelé fino a quel momento assai positivo.

Azzurri puniti – come accaduto troppo spesso di recente – su una ripartenza improvvisa non fermata con un fallo tattico che, prima o poi, Spalletti dovrebbe imporre ai suoi.

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Secondo tempo sviluppatosi sullo stesso canovaccio del primo, col Milan molto efficace nei raddoppi di marcatura e con gli azzurri tenuti lontano dall’area piccola e costretti ad una moltitudine di tiri fuori misura. 

I rossoneri vanno in semifinale mostrando all’Europa che conta un portiere superstar, una difesa molto attenta, un centrocampo duttile ed un portoghese a fasi alterne, ma straordinario davanti quanto basta, ogni volta che serve. 

Il Napoli, dal canto suo, ha evidenziato – nel triplo confronto di aprile – un po’ di difetti che in autunno ed in inverno erano rimasti del tutto nascosti per merito di una condizione psico-fisica-tecnica straordinaria: lentezza sulle seconde palle, poche varianti offensive, peso dell’attacco sulle spalle del numero 77, sfiancato nella ricerca della giocata illuminante, ma uomo più pericoloso della ripresa.

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Il rigore fallito dal georgiano a dieci minuti dalla fine ha privato il match di un finale al cardiopalma, degno epilogo di un doppio confronto in cui la solidità rossonera ha fatto da contraltare ad una foga azzurra costante, ma incapace di andare in gol fino a novanta secondi dal termine.

Nella stagione in cui si sono fatte faville in campionato, il Napoli va fuori ai quarti di Champions League contro una squadra che – nel doppio match – ha certamente meritato un po’ di più, giocando da grande squadra, ben organizzata, ben attrezzata e ben allenata. 

Giusto riconoscere i meriti avversari, sbagliato non fermarsi almeno un attimo a riflettere su quel che poteva essere e purtroppo non è stato, poiché la finale in Turchia poteva davvero essere alla portata come mai più potrebbe capitare.

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Mancano, in ogni caso, quattro vittorie per vincere il campionato. 

Forse ne basteranno tre, o (per demeriti altrui) anche due. 

Con le mani sul manubrio da domenica bisogna concentrarsi su questo.

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L’unica cosa che potrebbe mandare in secondo piano nel clamore mediatico la dittatura degli azzurri in serie A sarebbe, naturalmente, una vittoria italiana nella finale Europea di Istanbul. 

Proveranno a cercarla, probabilmente, le due milanesi. 

Va bene così. 

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Con un po’ di rammarico perché al ritorno sono mancati Kim e Anguissa, perché s’è fatto male Politano (che fino a quel momento faceva ammattire gli avversari) e perché un rigore è stato negato ed un altro lo si è fallito, ma… va bene così.

Era difficile immaginarlo all’inizio. 

E, per quel che varrà, se si vorrà, è tutta esperienza.

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