Angolo del tifoso
ANGOLO NAPOLI – Via i primi due
Sembrerà strano ai più, ma si danno occasioni nella vita che più di altre fanno riflettere.
In ogni cosa, infatti, è salutare, di tanto in tanto, mettere un punto interrogativo a ciò che a lungo si era dato per scontato. Dopo le prime due partite che – complici avversari non di gran livello – avevano esaltato un attacco apparso quasi atomico, la terza e la quarta giornata hanno regalato pareggi assai diversi per come maturati, ma capaci – in ogni caso – di muovere appena una classifica rimasta per fortuna comunque assai corta.
Di partite come Napoli – Lecce i tifosi azzurri ne hanno viste tante negli anni e spesso giocate e finite allo stesso modo anche senza il turnover assai spinto (ma probabilmente necessario) attuato da Luciano Spalletti nell’ultima giornata agostana.
Se Colombo non avesse indovinato il tiro della domenica di mercoledì sera, probabilmente si starebbe parlando di una vittoria sofferta contro una squadra che non ha rinunciato a giocare, di una prestazione non esaltante, ma comunque di tre punti conquistati. Ed invece la quarta di campionato va in archivio con tanti interrogativi che valgono altrettanti rimpianti e con la sensazione che ci sia tanto da lavorare sia per i nuovi acquisti (fatta eccezione per un Ostigard apparso determinato, forte e sicuro dei propri mezzi) che per l’allenatore, condannato a comprendere che per il momento l’unico imprescindibile in mezzo al campo è Stanislav Lobotka.
Contro la squadra pugliese il Napoli ha mostrato molta confusione nel corso del primo tempo e tanta ostinazione nel secondo, palesando difetti propri di chi ha poche idee e neppure tanto chiare.
Quando si danno le cose per scontate, spesso va a finire che si paga un conto assai salato. Ed infatti poteva andare anche peggio prima a causa di un rigore generoso (ben parato da Meret) e poi di un eurogol leccese capace di mortificare quasi subito l’entusiasmo provocato dal vantaggio di Elmas.
Nessun dramma, però. Non ha senso cadere nella retorica. A nulla porta ridare voce dopo appena quattro partite ai corvi che cantano il malaugurio perché incapaci di vivere di speranze e segnali positivi di crescita. Il nuovo Napoli ha bisogno di tempo ed è un delitto non concedergliene. Soprattutto perché non ci sono alternative.
Andando incontro peraltro a partite complicate come la trasferta con la Lazio e l’esordio di Champions con il Liverpool, passi falsi come quello rimediato in casa con il Lecce servono solo a far suonare sveglie ed allarmi ed a convincere tutti, semmai ve ne fosse ancora bisogno, che non si deve sottovalutare mai nessuno, men che meno allenatori che un’idea di calcio ce l’hanno e che mettono in campo interpreti che non avendo nulla da perdere giocano liberi nella testa.
Con i giallorossi pugliesi il Napoli ha lasciato per strada i primi veri due punti del campionato (con la Fiorentina in trasferta tutto sommato il pareggio poteva mettersi in conto), steccando in casa come troppo spesso è già capitato in passato.
Se varrà come avvertimento, meglio prima che dopo.
Se non sarà tale, peccato mortale.
Perché se errare è umano, perseverare sarebbe davvero diabolico.
Follow us!