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STELLA GIALLOROSSA – Mourinho talent scout e allenatore di grandi campioni

“Quando un allenatore come Mourinho si dedica a creare e a sviluppare un giocatore come Felix è perché è allineato con questo progetto. E lo stesso vale per tutti i giocatori di cui ho parlato prima e ovviamente per Darboe e Calafiori”.
Dichiarazioni che scottano quelle di Tiago Pinto e che fanno domandare se José sia arrivato a Roma per vincere o per lanciare i giovani della Primavera. Per portare a casa qualcosa serve tempo questo è chiaro e lo dimostra il contratto triennale che lo Special One ha firmato poco più di sei mesi fa. Ma da sempre quello che ha fatto storcere il naso ai tifosi è come la figura di Mourinho possa sposarsi con un progetto di crescita di ragazzi.
Quanti giovani ha lanciato in carriera?
Non pochi. Diogo Luis, Carlos Alberto, Stevanovic ai tempi dell’Inter, Morata e Casemiro fino ad arrivare a Santon che però attualmente è fuori rosa. Se si approfondisce quindi i nomi giovani si trovano, ma sono quelli che hanno contribuito ad alimentare la fama dell’attuale tecnico della Roma?
Mourinho da sempre è ricordato e conosciuto come l’allenatore dei campioni, degli uomini di esperienza e dei grandi colpi di mercato: è stato il mentore di profili come Julio Cesar, Javier Zanetti, il colosso Maicon, Walter Samuel, Frankie Lampard o Cristiano Ronaldo.
Ad essere realisti non ci si poteva aspettare nomi come questi nella Capitale, ma dall’altra parte sia le parole di “lamentela” del tecnico nei vari post partita, sia le effettive scelte di campo, alimentano un po’ di ombre sull’effettiva coesione di idee da parte delle tre forze: Friedkin-Pinto-Mourinho.
Analizziamo l’utilizzo dei Primavera in prima squadra.
Calafiori 426’ minuti (5 presenze in serie A e 3 in Conference), Darboe 224’ minuti (1 presenza in serie A e 3 in Conference), Felix Afena Gyan (2 presenze in serie A). Anche altri ragazzi di Alberto De Rossi sono già stati inseriti nel gruppo dei grandi come Tripi, Bove, Zalewski e Ciervo, tutti 2002. Neanche troppo sufficiente però se si vuole puntare sull’idea di crescita. Inoltre la maggior parte dei minutaggi di Calafiori e Darboe sono stati fatti in Conference League, dove il turnover era la parola d’ordine. Bisogna poi sottolineare anche che il numero 13 giallorosso ha dovuto sostituire forzatemene già parecchie volte il nuovo arrivo Matías Viña per motivi di indisponibilità.
Ultimo tassello da aggiungere sicuramente è quello che riguarda anche i giovani, ma non giovanissimi, che siedono in spesso in tribuna. Villar, Mayoral e Reynolds in primis, giocatori che proprio il c.t non riesce a vedere ma che comunque qualcosina di buono la scorsa stagione l’avevano fatta. Non si può migliore anche su di loro? Questione di scelte, sicuramente motivate da quello che vedrà il mister negli allenamenti.
Ora quello che rimane da capire è, Mourinho è qui solo come talent scout? Quanto il triunvirato citato precedentemente condivide davvero la stessa idea di progetto? Una sola cosa è sicura: giovani o campioni lo Special One può fare tutto.