Calciomercato
Gattuso: la porti un bacione (d’addio) a Firenze. Garcia e Ranieri alla finestra
La fine è più parlarsi accanto e non capirsi mai. Gennaro Gattuso e la Fiorentina si scoprono distanti, quasi a parlare una lingua diversa tra loro, nonostante le origini calabresi in comune tra il tecnico e il numero uno Rocco Commisso suggerissero un’intesa scontata e immediata.
Invece, nonostante il lungo flirt e le parole al miele del patron viola, la storia tra Gattuso e la Fiorentina dura poco più di venti giorni, proprio come una cotta d’amore estiva. Di quelle estemporanee: giusto il tempo di guardarsi negli occhi per scoprirsi poi distanti. E poco conta ciò che è stato di questa brevissima storia, che bene non fa a nessuno.
OBIETTIVO SEGUITO A LUNGO
Nella mente del presidente Commisso, Gattuso rappresentava la carta giusta per ripartire dopo anni in cui la classifica è stata la mortificazione più grande. Anche perché effettivamente è giusto che la Fiorentina, per appeal e storia, debba ambire a molto di più.
Le parti iniziarono a parlarsi già nel corso della stagione appena conclusa, con un gradimento che appariva sempre più crescente. La Viola sempre più convinta di avere tra le mani il tecnico per gettare le basi della rinascita. Gattuso sempre più allettato dalla possibilità di ottenere una rivalsa nei confronti di una critica che dalle parti di Napoli si faceva asfissiante.
Ma il campionato ancora in corso non permise alle parti di concretizzare l’accordo, con la promessa di riparlarne quando i giochi sarebbero stati fatti e finiti. Perché il gradimento reciproco c’è stato fin da subito. Al netto delle questioni ancora da chiarire: tra mercato in entrata e in uscita, passando per la spinosa questione dei rinnovi contrattuali. Aspetti che in un secondo momento si riveleranno fatali nella maniera più impronosticabile possibile.
Frattanto, Gattuso con il suo Napoli iniziò a intraprendere un ruolino di marcia travolgente: rendimento che mette il suo nome sulle scrivanie di diversi club tra Italia (in particolare, Juventus e Lazio) ed estero (con la Premier prima osservatrice interessata). Condizione che porta la pista Fiorentina momentaneamente in stand by, rischiando addirittura di naufragare, quasi per gioco del destino, in quel Fiorentina – Napoli. In quella che sarebbe dovuta essere e che sarebbe diventata poi casa sua. Solo per qualche settimana, tempo di riscoprirsi diversi come non mai.
LA PORTI UN BACIONE (D’ADDIO) A FIRENZE
Dopo la delusione della mancata qualificazione in Champions League con gli azzurri, il 25 maggio – dopo che qualsiasi altra pista diversa da quella toscana è divenuta un miraggio – arriva il comunicato ufficiale dell’approdo di Gattuso alla Fiorentina. Annuncio che arriva dopo la firma in calce al contratto, che mai sarà depositato. C’è da meravigliarsi anche di questo in questo pazzo e imprevedibile mercato, in cui addirittura le firme potrebbero non essere garanzia di affare fatto.
Le parti sembravano essersi venute incontro prima della stretta di mano (a questo punto, ufficiosa), arrivata dopo che lo stesso tecnico ha richiesto specifiche garanzie tecniche sul progetto. Inizio di avventura accompagnata anche dalla visita al centro sportivo viola, segnale di una sintonia che si è fatta apparente.
L’entusiasmo dei primi giorni, quando l’unica e futile preoccupazione reale era rappresentata dalla data di presentazione ufficiale alla stampa, è stato scalzato dalle prime mosse di mercato. Discorso in cui, stando alle ultime ricostruzioni, che sarebbe sconfinato in maniera fin troppo calcata – almeno secondo la visione della società stessa – al procuratore di Gattuso, Jorge Mendes.
Concetti a cui la Fiorentina avrebbe storto fin da subito il naso. La dirigenza viola, infatti, avrebbe ribadito con forza la linea societaria in sede di mercato: ossia, quella di non sottostare ai condizionamenti dei procuratori e di non voler sostenere costi di ingaggio eccessivi e superiori al valore tecnico dei calciatori che eventualmente potrebbe interessare inserire nella rosa.
Rottura che si è consumata in maniera insanabile negli ultimi tre giorni, con la risoluzione del contratto (ricordiamo, mai depositato in quanto la Lega non inserisce nei suoi fascicoli i contratti prima del 1° luglio, data d’inizio ufficiale del calciomercato).
Una storia non proprio bella dalla quale ne escono tutti sconfitti: l’allenatore calabrese rischia infatti di restare senza panchina, quasi a sorpresa considerando che le ammiratrici non mancavano. E anche la stessa società è in questo momento in una situazione non semplice, visto che al 17 giugno la rosa di tecnici a disposizione non è assortita come nelle settimane scorse. Ma non mancano le opzioni per mettersi alle spalle nella maniera meno dannosa possibile la storia-lampo con Gattuso.
DA GARCIA A RANIERI: COMMISSO SFOGLIA LA MARGHERITA
A questo punto, la società è già al lavoro per assicurarsi il tecnico che guiderà la Fiorentina a partire dalla prossima stagione. Diversi sono i nomi che in queste ore sono battuti da diverse fonti: il primo è quello di Rudi Garcia. L’ex Roma è reduce dall’esperienza in Ligue 1 con il Lione ed è un nome sondato dalla dirigenza già nei mesi scorsi. Motivo per cui potrebbe tornare prepotentemente di attualità il suo nome. Pista alternativa è invece Claudio Ranieri: l’ex Sampdoria è alla finestra, in attesa che possa presentarsi l’occasione giusta.
Così come non è da escludere un possibile outsider, alla luce di una situazione che di preventivabile aveva ben poco. E che forse, col senno di poi, sarebbe potuta essere gestita in maniera migliore sia da Commisso stesso che da Gattuso. Un matrimonio lampo made in Calabria, caratterizzato da promesse mancate e invasioni di campo di troppo. Uno dei già numerosi colpi di scena di questo primissimo scorcio di mercato.
(foto: profilo twitter Fiorentina)
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