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IL BORSINO DEGLI ALLENATORI – Il turno infrasetti-male

La 32esima giornata di Serie A si presenta con il turno infrasettimanale, drastico per quasi tutti gli allenatori delle big. In particolare per Antonio Conte che con le partite ravvicinate non ha molta confidenza.
DAVIDE BALLARDINI (GENOA) 
Il Genoa non vince ma non rischia (molto). La zona retrocessione non è vicina ma nemmeno così lontana. È su un filo di lana facilmente ma attraversabile. Ballardini può e deve fare molto di più: sa che la squadra ha le qualità per reggere e salvarsi molto prima.
ANTONIO CONTE (INTER) 
Il posto di Antonio Conte all’Inter non è certo in dubbio, tant’è che il presidente Zhang sta tornando in Italia per pianificare la prossima stagione. Conte non ha un buon rapporto con i turni infrasettimanali, e lo si può evincere dalle numerose dichiarazioni post-partita degli incontri ravvicinati. “Abbiamo avuto poco tempo per prepararci” è ormai un must.
SERSE COSMI (CROTONE) 
La Sampdoria ha avuto decisamente più carattere: era un’impresa impossibile quella chiesta a Serse Cosmi. Serviva un motivatore e l’hanno avuto, ma per il miracolo richiesto c’era bisogno di un santo.
ROBERTO DE ZERBI (SASSUOLO) 
La qualità di De Zerbi mette a rischio la sua posizione al Sassuolo: non certo per i risultati. La vittoria in trasferta contro il Milan conferma quanto sia un grande allenatore, e che c’è il rischio che molti club vogliano appropriarsi delle sue qualità.
ROBERTO D’AVERSA (PARMA) 
Juventus di un altro pianeta: il Parma e Roberto D’Aversa destinati a scendere di livello. Il tecnico è subentrato per aiutare una squadra in enorme difficoltà ma il suo ingresso non ha giovato né all’ambiente, né alla rosa.
PAULO FONSECA (ROMA) 
Pare che il suo contratto scadrà. La zona Champions è troppo lontana anche se non è detta l’ultima parola. Il pareggio contro l’Atalanta è stato colpo secco, netto, che rischia di essere persino decisivo ai fini dell’obiettivo Champions League.
GIAN PIERO GASPERINI (ATALANTA) 
Il pareggio non conta: ciò che è importante adesso è la concentrazione. L’Atalanta di Gasperini è un organismo perfetto che si nutre dell’energia rinnovabile che essa stessa produce. Il ciclo non è ancora terminato, la Dea ha un enorme potenziale e ora sia la società che l’allenatore devono essere in grado di sfruttarlo.
GENNARO GATTUSO (NAPOLI) 
Ferma l’Inter e stoppa la scia di vittorie della Lazio ormai interminabile. Se non ci fossero stati problemi tra Gattuso e Aurelio De Laurentiis ad oggi il rinnovo sarebbe stato assicurato. Situazione stabile, colpi di scena poco plausibili. Ha dimostrato che l’assenza di alcuni giocatori non era una scusa, bensì una valida motivazione. Con una squadra a pieno regime il Napoli è tornato più in forma che mai. Uno dei più grandi rammarici di questa stagione.
LUCA GOTTI (UDINESE) 
Gotti e la sua squadra si sono cullati troppo sugli allori. La zona retrocessione, di questo passo, li attira sempre più in basso. Giocano come se mancasse una partita ma in realtà al termine bisogna disputarne altre sei. Rinnovo che ora si allontana, è più probabile un cambio al termine del campionato.
GIUSEPPE IACHINI (FIORENTINA) 
È tempo di respirare: dopo un periodo in apnea la Fiorentina finalmente prende fiato ma hanno solo pochi secondi a disposizione prima di dover tornare a correre. Situazione troppo precaria: ma domenica contro la Juventus si prospetta una sfida complicata.
FILIPPO INZAGHI (BENEVENTO) 
C’è bisogno di un terremoto (figurato), qualcosa che scuota una squadra ed un allenatore inermi. È come ritrovarsi nel bel mezzo di una catastrofe naturale e considerarsi talmente spacciati da non fare altro che stare lì fermi a piangere, piuttosto che agire. E mentre c’è un Benevento che trema, al di sotto c’è un Cagliari che tenta la fuga verso la salvezza.
SIMONE INZAGHI (LAZIO) 
I risultati fino ad ora sono positivi, lo abbiamo già visto. Eppure quel contratto non è ancora arrivato. Anche se con una partita in meno, la sconfitta nello scontro diretto con il Napoli è stata una batosta non indifferente. E se ad oggi quel rinnovo non è ancora stato firmato, allora è tempo di fare ‘2+2’.
VINCENZO ITALIANO (SPEZIA) 
Un punto guadagnato contro l’Inter è stato importantissimo per lo Spezia che però dovrà ancora fare molta attenzione. Italiano ha ancora tanto lavoro da fare. Il 15esimo posto non è così sicuro e tra tre ore bisognerà sfidare proprio il Genoa, ch’è a pari punti, in trasferta.
IVAN JURIC (VERONA) 
Testa già alla prossima stagione. Il Verona di Juric nelle ultime cinque partite ne ha vinta solamente una. La sua posizione non è in dubbio ma servirà scuotere un po’ la squadra per far capire che non è certo il momento di mollare la presa.
SINISA MIHAJLOVIC (BOLOGNA) 
Pareggio che rafforza la propria posizione. Il Bologna è abbastanza al sicuro ed è forse anche tempo di cominciare a discutere del futuro. Il contratto è ancora lungo e la conferma sembra ormai indubbia.
DAVIDE NICOLA (TORINO) 
Davide Nicola sta ripagando la fiducia della società ma dovrà fare di più. Non è certo facile affrontare il Bologna ma per poter rimanere in Serie A c’era bisogno di qualche sforzo maggiore. La strada intrapresa è quella giusta ma lunedì il banco di prova sarà il Napoli, che non può permettersi di perdere.
STEFANO PIOLI (MILAN) 
Pioli è stato confermato già da Maldini ma non ha saputo cogliere occasioni propizie come questa settimana. Due pareggi dell’Inter, solo sei punti per il Milan che se aveva anche una bassa possibilità di concorrere ancora allo scudetto ora l’ha ridotta al minimo.
ANDREA PIRLO (JUVENTUS) 
La Juve vince, bene, ed accorcia il suo divario con l’Atalanta approfittando del pareggio della Dea con la Roma. Domenica la Fiorentina. Nessuna delle due vuole perdere, entrambe si giocano il tutto per tutto. I bianconeri il posto privilegiato in Champions da ormai nove anni a questa parte. La Fiorentina un posto in Serie A anche il prossimo anno. Pirlo è chiamato a compiere il proprio dovere di allenatore.
CLAUDIO RANIERI (SAMPDORIA) 
Cresce la possibilità di rivedere Claudio Ranieri sulla panchina della Sampdoria anche il prossimo anno. I blucerchiato avevano dato già molto fastidio al Napoli, nonostante la sconfitta. E poi due vittorie a fine stagione che fanno capire come la squadra nelle mani dell’ex Leicester giri alla grande. Ma si sa, Ferrero è imprevedibile.
LEONARDO SEMPLICI (CAGLIARI) 
Ha cominciato con il piede sbagliato ma, un po’ per fortuna, un po’ spinto dalla motivazione, sembra aver rimesso in piedi il Cagliari. Il Benevento crolla, i sardi si aggrappano alla montagna e tentano la faticosa scalata. Ora avranno davanti una Roma che, nonostante le qualità tecniche, sembra essere spaesata. Anche un pareggio potrà essere di buon auspicio.
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