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Angolo del tifoso

ANGOLO SPEZIA – Battuta d’arresto

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Può succedere. E infatti è successo, purtroppo. Dopo la scorpacciata di elogi e complimenti dell’Italia pallonara, subito dopo la scintillante vittoria contro il Milan, lo Spezia subisce una battuta d’arresto.

Ma non è stato un problema di approccio, anzi. Lo Spezia nel primo tempo è sicuramente stato più manovriero, ha cercato più degli avversari il fraseggio a centrocampo, ma non è mai riuscito ad alzare i giri del motore.

Si è adeguato ai ritmi bassi della Fiorentina, portando di tanto in tanto il pressing ma solo in prossimità del centrocampo e poco sulla trequarti avversaria, come solitamente era avvenuto nelle ultime partite.

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Le situazioni potenziali per segnare ci sarebbero anche state, ma non occasioni eclatanti (eccetto la conclusione a lato di Agudelo).

La gara è frammentata, fisica. Ne fanno le spese Marchizza, uscito dopo pochi minuti per un colpo ( fortuito ) alla testa che gli fa perdere conoscenza, e Agudelo, che viene maltrattato da Pezzella.

Primo tempo lunghissimo ( per il recupero), a tratti lento, ma poco esaltante, dove lo Spezia sceglie la strada della gestione rispetto a quella dell’aggressività e della velocità.

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L’episodio che cambia l’inerzia della partita avviene, però, subito dopo l’inizio del secondo tempo.

Protagonista il VAR, a giudizio di una palla che a velocità normale sembrava uscita, ma che per un paio di centimetri consente a Vlahovic di segnare il goal del vantaggio. Provedel appare colpito da improvviso attacco di iperattività e invece di starsene tranquillo in porta, decide di lanciarsi in tuffo sul cross della linea di fondo. Ma lo si perdona: ne ha salvate tante in questo campionato, il buon Ivan.

Il goal subito ha l’effetto di un caffè lungo bevuto il lunedì mattina. Gli aquilotti sembrano ridestarsi dal loro torpore, costringendo la Fiorentina a difendersi nella propria metà campo.

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Finalmente il ritmo si alza, ma davanti c’è poca concretezza. Italiano ricorre all’ artiglieria pesante inserendo Galabinov, ma la squadra di Prandelli assomiglia a quel parente fortunato che fa sempre ambo a Natale durante la tombola, con i primi due numeri che escono dal cestino. Secondo goal e palla al centro.

A questo punto verrebbe anche voglia di proporre di cambiare gioco, tipo mercante in fiera o sette e mezzo, ma il resto della partita assomiglia più a una partita di monopoli: tra qualche errore di troppo in avanti e un paio di pasticci in disimpegno, Estevez pesca la carta imprevisti e contribuisce al terzo goal.

Risultato troppo severo e anche difficile da commentare, ma è la dura legge del calcio. Uno Spezia generoso con Ricci che è l’ultimo a mollare.

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Alla fine, però, è una sconfitta che si può accettare. Se gli aquilotti ci hanno fatto vivere una serata con un pizzico di amaro in bocca, allora vuol dire che siamo stati abituati anche troppo bene ultimamente.

L’asticella è sempre quella, quella della salvezza da conquistare metro dopo metro, passo dopo passo.

Non tutte si debbono vincere, ci mancherebbe; ma bisogna avere la consapevolezza di poterla giocare sempre con tutti, attraverso il gioco e la mentalità offensiva che ci ha contraddistinto per tutto il campionato.

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