I nostri Social

Napoli

SENZA FRENI – Maradona, uno ‘schiaffo’ al dolore

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 3 minuti

Non è vero, non è possibile, ed invece è così: Diego Armando Maradona raggiunge quel Dio dal quale ha preso in prestito per un istante la sua mano.

Il dolore pervade il cuore e l’anima di chiunque abbia sfiorato, almeno una volta nella vita, un pallone di calcio. In Argentina e a Napoli la scomparsa di D10S ha un sapore diverso, lascia ancora di più l’amaro in bocca.
Il suo addio arriva così all’improvviso in un freddo pomeriggio di novembre. E anche davanti alla scomparsa di un uomo, c’è chi, ancora una volta, non perde occasione per evidenziare gli ‘errori’ dei Napoletani.
I fuochi d’artificio davanti al murales realizzato da Jorit, le persone che hanno affollato l’esterno dello stadio San Paolo. Un via vai di persone che ha violato il DPCM, che non ha rispettato il coprifuoco, che ha creato assembramenti.
Tutti a chiedersi se tanto amore potesse giustificare la violazione di tali norme. Ognuno ha il suo pensiero a riguardo e lo manifesta come meglio crede. Ma ci sono opinionisti e giornalisti che approfittano della situazione per denigrare, insinuare e strumentalizzare.
L’occasione è troppo ghiotta per non approfittare e Maradona, anche nel giorno della sua scomparsa, riesce a realizzare assist perfetti. Questa volta, però, a riceverli non sono i suoi compagni di squadra, ma coloro che odiano Napoli, odiano i Napoletani o semplicemente li invidiano.
Precisiamo che qui non si mette in discussione la violazione della legge. Qui si discute dei toni, del modo di dire e raccontare le cose. E’ accentuare l’accaduto che lascia perplessi.
E giusto per rincarare la dose, poi, anche stasera consueti personaggi hanno necessità di commentare l’uomo Maradona, attaccandolo, denigrandolo, senza mostrare rispetto per i tanti tifosi, appassionati e familiari.
Ma Maradona a questo era abituato. E forse, quel giorno di giugno del 1984, ha fatto la scelta più saggia e giusta della sua vita. Quando ha deciso di caricarsi una città sulle spalle, di risollevarla e portarla alla ribalta sociale e sportiva. Quando ha scelto di dare l’anima per un popolo che oggi e sempre non smetterà mai di ricordarlo e ringraziarlo.
“Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires”: le sue prime parole da Napoletano.
Voleva diventare un idolo, è diventato un Dio. Il Dio del calcio. 
E forse il fatto che Dio abbia scelto Napoli a qualcuno non va giù. Io invece, da ‘povero‘ Napoletano, rimpiango solo il fatto di non essere un po’ più grande da poter dire: “Ho visto Maradona”.

 Follow us!

FacebookFacebookYoutubeTwitter

Pubblicità

in evidenza