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Coppe Europee, la variabile tifosi che può falsare le competizioni
Le prima giornata di Champions League, conclusasi ieri, ha palesato una discrepanza tra le norme che potrebbero anche falsare le competizioni europee. Nello specifico la Uefa, con un twett ufficiale del 1 Ottobre, annunciò che per le gare delle competizioni europee avrebbe riaperto gli stadi ai tifosi. Naturalmente specificò che gli impianti non sarebbero stati aperti in modo totale, ma solo al 30% della loro capienza Ovviamente fatte salve le norme che ogni singolo governo nazionale avrebbe applicato.
NEWS: Following the successful pilot match that was held at the #SuperCup in Budapest on 24 September, UEFA will allow the partial return of spectators for UEFA matches where local laws permit, starting from next week’s national team games.
Full story: ????
— UEFA (@UEFA) October 1, 2020
Quello che già le partite di Nations League ci avevano mostrato, Polonia-Italia con il pubblico e Italia-Olanda senza, ha avuto conferma con la partita in Champions League della Juventus a Kiev contro la Dinamo: 14mila ucraini distanziati ma presenti e rumorosi. Ben altra cosa dai 1000 spettatori he attualmente consentono le leggi italiane su cui, come detto, la Uefa non può interferire.
Come è facilmente prevedibile, al di là della forza delle squadre ospitanti, andare a giocare a Rennes per esempio, con 5000 tifosi in curva sarà più complicato di andare a Bergamo con 1000.
A #Rennes, simpaticamente, se ne fottono. pic.twitter.com/sEZSwLlkWH
— Fabrizio Biasin (@FBiasin) October 20, 2020
Questo alla lunga può influenzare le competizioni europeo soprattutto quando (e se) si arriverà alle partite ad eliminazione diretta.
La Uefa è chiamata ad intervenire se si vuole dare regolarità allo svolgimento di un torneo che in queste condizioni non pare esserlo.