Approfondimenti
CORNER CAFE’ – Parole a tavolino

D’ora in avanti, posizioni e dichiarazioni potranno essere cambiate all’occorrenza, al primo odore di ripercussioni. Potrà farlo Spadafora, non vedo perché non possano farlo gli altri. Sulla questione Juventus-Napoli non mi soffermerò oltre: le cose di campo devono essere lasciate al campo – che sia un rettangolo verde o di legno massello poco importa. Eppure, il bel quadretto dipinto dal Ministro dello Sport nei frenetici giorni che hanno accompagnato il “fattaccio” non mi è parso totalmente limpido. Nemmeno per il Ministro stesso. Sarà che Spadafora ci ha rimuginato su: si sa, nelle dichiarazioni a caldo si nascondo sempre sintomi di faziosità; eppure sembrava abbastanza convinto, allorché con Speranza – il cui passaggio sulla scuola ha inopportunamente deviato la questione dal serio al qualunquista, non una gran mossa – rilanciava l’importanza della salute pubblica, ponendo il famigerato protocollo un gradino sotto alle decisioni delle ASL.
Qualcosa però è cambiato, in lui. Come se, smettendo le vesti dell’Hyde, fosse tornato all’essere il Jekyll. Non è dato sapere se l’auspicio del gonfio Spadafora a Dal Pino e Gravina sulla salute pubblica – interesse superiore, così l’ha descritto, prima ancora degli interessi economici – “senza fingere di non vedere che siamo ancora in una situazione che non permette deroghe o sottovalutazioni”, sia mai stato detto o abbia effettivamente sortito qualche effetto. Resta il fatto che da gonfio, Spadafora ne è uscito sgonfiato. Lui, così come le sue dichiarazioni. Pur ribadendo le competenze delle Aziende Sanitarie Locali, ha preferito rimettere sul primo posto del podio il rispetto rigoroso del protocollo. “Non è stata una bella figura”, parlando di Juventus e Napoli. Forse, non lo è stata nemmeno la sua.
Qualche malizioso punterebbero il dito contro le pressioni, interne ed esterne, ree di aver imposto a Spadafora un repentino cambio d’azione. Del resto, le dichiarazioni rilasciate ieri pomeriggio, a margine della decisione del giudice sportivo, stonano con le prime. E di parecchio. Ecco che la salute pubblica diventa escamotage, mentre si passa da una situazione “che non permette deroghe o sottovalutazioni” ad una tanto azzardata quanto poco presa in considerazione riformulazione dei format – per far finire il campionato, ovviamente. Ancora, qui lo stesso malizioso di prima parlerebbe di “piegarsi al potere”. Ma noi non siamo maliziosi né complottisti. Piuttosto, direi che l’aggettivo più appropriato per Spadafora sia competente. Al contrario, però. Un po’ come le sue dichiarazioni.