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Mancini, tra la voglia d’Europeo e lo sgarbo Lippi

Chi conosce Roberto Mancini sa che la sua dote più grande, fuori dal campo ovviamente, è la capacità di leadership. Dovunque sia andato, da giocatore come da tecnico, ha imposto la sua personalità diventando dominante, tanto sul rettangolo verde quanto in panchina.
Il suo approdo al timone della Nazionale Italiana è stato subito positivo. L’impressione di un nuovo corso per gli azzurri si è palesata fin dalle prime partite: palleggio e piedi buoni a centrocampo, voglia di comandare il gioco e vittorie. La qualificazione conquistata in anticipo, con 10 vittorie su 10 partite, e una sensazione generale di ottimismo per la fase finale dell’Europeo. Poi la pandemia, lo stop, il rinvio della massima competizione continentale per nazioni. Poco male, ci sarà più tempo per crescere, per recuperare giocatori importanti, come Zaniolo ad esempio, che avrebbero guardato alla tv le partite.
Ecco le nubi
Quando il sereno, d’umore e meteorologico, regnava sovrano nell’estate del Mancio, la notizia della proposta del presidente Gravina, all’ex Ct campione del Mondo Marcello Lippi, di assumere il ruolo di direttore tecnico degli azzurri ha cambiato il cielo. Nubi scure si sono addensate nel cielo azzurro di Saint Tropez dove Roberto era in vacanza. Il fastidio di non essere stato interpellato minimamente sulla proposta del Presidente della Figc si è sommato alla ingombrante presenza di Lippi che potrebbe interferire nella sfera tecnica della Nazionale. Chi lo conosce bene lo ha definito infuriato.
Secondo quello che una fonte molto vicina al Ct ci ha riferito, la voglia di Mancini di gettare tutto in aria è durata però lo spazio di un amen, il tempo di mettere a fuoco l’estate prossima e quell’Euro2020 anzi 21. Troppo forte la voglia di provare a spezzare un digiuno lungo 52 anni e di compiere un impresa con lo stemma tricolore a quattro stelle sul petto. Il Mancio, che il 05 novembre 1995 dopo un rigore negato da Nicchi, si toglie la fascia di capitano per protesta facendo capire di non voler giocare più, è stato sostituito da una persona più riflessiva e meno impulsiva. Ma che non dimentica.
Fascino inglese
Subodorato l’odore del sangue, si è messo in moto il carrozzone del calciomercato. In Premier League il nome del Ct è ancora molto di moda, e a quanto ci risulta, Arsenal e Tottenham hanno chiesto informazioni e disponibilità. La risposta, in perfetto british style, sarebbe stata una sorta di arrivederci alla fine dell’Europeo quando, se le nubi di cui prima parlavamo persisteranno, le porte da socchiuse si spalancherebbero.
Il tempo sarà galantuomo e ci dirà se la coabitazione tra due caratteri così forti porterà dritto alla vittoria o verso il divorzio.