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Inter – Conte: gemelli diversi, da ritrovarsi

Un vero e proprio uragano ha devastato l’ambiente Inter, con un Antonio Conte letteralmente in bestia nel post della partita contro l’Atalanta. Un campionato chiuso a -1 dalla Juventus, con il miglior bottino punti dall’anno del Triplete.
Ma ciò sembra non bastare al tecnico leccese che, poco prima della spedizione in Europa League, butta la miccia fiammante nel pagliaio. E gli effetti potrebbero essere anche drastici.
INTER – CONTE: I GEMELLI DIVERSI
Il gancio scaraventato alla società nerazzurra, che di facciata potrebbe essere un semplice risentimento per comportamenti morali fuori luogo, nasconde in realtà divergenze ben più profonde. Sì, di mezzo c’è anche il mercato, nonostante l’ex Juventus abbia deciso di abbottonarsi sotto questo punto di vista. Frattanto, le dichiarazioni su Lukaku e sul sogno Messi, quasi e non del tutto improbabile, palesano contrasti anche sotto questi termini.
Non è un caso che il super colpo targato Beppe Marotta, Christian Eriksen, continua ad essere materia fin troppo liquida per la filosofia di Conte. Non è un caso che Diego Godin, uno tra i difensori più esperti ed influenti dell’intero panorama mondiale, si sia trovato a fare la spola, con tutto il rispetto, a Bastoni. E non è un caso nemmeno che la testa di Conte stia tutt’oggi dalle parti di Barcellona, a quell’Arturo Vidal tanto desiderato. Peccato che il cileno non abbia cloni in giro per il globo, e che spesso le dinamiche di mercato non possono sempre esaudire richieste specifiche.
È evidente dunque che le defezioni di mentalità, esistenti e ovviamente da risolvere, siano un semplice specchio per le allodole. È nel dovere inoltre, giusto per ricordare, di chi fa cronaca sportiva andare oltre le apparenze; il mondo dell’informazione, in un periodo di stadi vuoti e di distanziamento sociale, è un settore di vitale importanza per la sopravvivenza del calcio. In virtù di ciò, è giusto che vengano fatti i complimenti laddove vanno fatti ed è anche lecito criticare quando è necessario. Nessun salto sul carro e nessun complotto anti – Inter.
Soprattutto perché Antonio Conte è il tecnico più pagato del nostro campionato, ben 11 milioni circa annui, e le crude regole, che piacciano o meno, del calcio vanno rispettate: oggi sei vincente, domani puoi essere l’ultimo della classe.
Ma il tecnico nerazzurro fa finta di essere sprovveduto. Dimentica, forse appositamente, che nel calcio non esistano più onori ed immunità, creando così nuovi problemi. O, per meglio dire, spostarli da una parte all’altra, anzichè risolverli. Non è facile certamente cambiare mentalità in appena dodici mesi ad una pazza Inter, di nome e di fatto. Ciò diventa ancora più utopistico se ci si butta in isterie che dopo un po’ iniziano rischiano di fare acqua da tutte le parti.
Cosa c’è da fare dunque? Confrontarsi nelle sedi opportune e lontano da telecamere e microfoni senz’altro, ma anche chiarire una volta e per tutte una strategia che non sia comune a segnale intermittente. Insomma, va fatto di tutto per onorare al meglio un contratto oneroso ed una piazza prestigiosa come quella nerazzurra.
Inter e Conte: gemelli diversi da ritrovarsi, altrimenti è bene chiudere il tutto con un ‘Arrivederci e grazie’. Prima che la somma dei problemi, presunti o meno, facciano il totale.