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Roma, Veretout: “Siamo ansiosi di ricominciare ma non dovremo giocare con la nostra salute”
Jorda Veretout, centrocampista della Roma, ha rilasciato una lunga intervista al canale francese Eurosport. Ecco alcune sue dichiarazioni:
In Italia, il lockdown è stato decretato il 9 marzo. Come lo vivi?
“È un po’ lungo. Sono con la mia famiglia e tutti sono in buona salute, questo è l’importante. Ma è certo che comunque mi manca la vita di prima. Speriamo di uscire da questo lockdown il più rapidamente possibile. Roma è in genere una città in movimento, dove ci sono turisti. È molto strano vederla così. È come una città morta”.
Mister Paulo Fonseca ti ha dato un programma da seguire?
“Sì. Quando iniziamo la sessione, ci mettiamo su un’applicazione e lo staff può vedere i nostri dati. Di recente, abbiamo fatto sessioni video con i preparatori. Mi do l’obiettivo di tenermi in forma. È il mio lavoro, il mio piacere. Queste sessioni mi fanno sudare”.
In Italia, il mondo del calcio continua a dividersi su una possibile ripresa. Tu cosa ne pensi?
“È ovvio che dovremo stare attenti. Siamo ansiosi di ricominciare ma non dovremo giocare con la nostra salute, questa è la cosa più importante. Ci vorranno diverse settimane prima di rientrare con la squadra, ma dopo potremo giocare”.
Se la stagione dovesse riprendere, lo farà probabilmente a porte chiuse. La qualità delle partite ne risente?
“Siamo qui per giocare di fronte ai tifosi e fargli provare gioia. Ho già giocato una partita a porte chiuse con il Saint-Etienne contro il Nantes. È difficile entrare nel clima partita. Si ha l’impressione che sia più un allenamento che una partita di campionato…”.
L’estate scorsa sei stato corteggiato da molti club, perché hai scelto la Roma?
“C’erano altri club, è vero. Poi ho ricevuto la chiamata di Fonseca, è stata importante per me. È molto importante per un giocatore. Ho anche amici italiani che mi hanno consigliato, dicendomi che la Roma è un grande club. Ho avuto l’opportunità di giocarle contro durante queste ultime stagioni con la Fiorentina e ho potuto vedere che scendere in campo all’Olimpico, di fronte ai tifosi, è qualcosa di enorme. Il mio riscatto è stato formalizzato di recente e ne sono molto contento”.
Poco più di due anni dopo la sua morte, che ricordo hai di Davide Astori, il tuo ex capitano alla Fiorentina?
“Era un grande giocatore e un grande capitano, dentro e fuori dal campo. Era una persona umile ed eccezionale. Quello che ha mostrato in campo, non potrei mai farlo io. Do il massimo per assomigliare a lui, soprattutto umanamente. Era una persona d’oro”.