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Trapattoni: “Sogno ancora di allenare”

Giovanni Trapattoni vuole essere ancora protagonista nel mondo del calcio. Ecco la sua intervista a La Repubblica in cui parla anche del calcio, riportata da ItaSportPress:
MOMENTO – “Come affronto questo periodo? Sono tranquillo, nel mio studio ho ancora le coppe, le foto e altri cimeli. Ma le mie grandi passioni sono musica classica e parole crociate. Poi, per fortuna, ci sono le videochiamate, con cui vedo i miei figli e nipoti. Dico che è il momento di stare tutti in difesa. Ci sarà modo poi di uscire di nuovo dall’area di rigore. Dobbiamo pensare a chi sta facendo andare avanti l’Italia, e trovare forza da queste persone. Penso ai tanti professionisti che rischiano la vita per noi: la cassiera del supermarket, gli operatori ecologici, le forze dell’ordine, la Protezione Civile, l’Esercito, la Croce Rossa, e naturalmente i medici e gli infermieri. Sono loro, adesso, la nostra grande squadra. Ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte”.
CALCIO – “Il calcio mi manca, farne a meno mi rattrista, perché lo sport è vita e gioia. Neppure le guerre mondiali lo avevano fermato del tutto, e questo ci fa riflettere sulla gravità del problema. Il calcio è lo strumento più semplice e potente per unire i giovani di tutto il mondo, va oltre ogni confine e ogni ideologia, va anche più in là della politica. Credo che ci servirà per ricominciare e speriamo anche in modo migliore”.
ALLENARE – “Sogno ancora di giocare a calcio e di allenare. Ho avuto una vita felice, ringrazio Dio per questo e davvero non chiedo altro. Nessun rimpianto, se non per gli amici che se ne sono andati. Dopo gli 80 è come andare ai supplementari: questa è diventata la mia partita, e la gioco meglio che posso senza mai arrendersi”.