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#LBDV – Napoli, Meret: ormai la scelta è fatta. E l’Inter…

Ormai Gennaro Gattuso ha fatto la sua scelta: David Ospina è il primo portiere, scalzando nelle gerarchia il suo collega Alex Meret. Il tecnico calabrese, mostratosi in questo mese poco aziendalista – chiedere anche a Lozano -, più volte ha ribadito che l’estremo difensore colombiano è l’uomo più funzionale al momento per il tipo di gioco da sviluppare.
Una notizia non proprio lieta per l’ex Udinese che, dopo essersi preso le chiavi della porta partenopea, si accomoda stabilmente in panchina da settimane. Una situazione che certamente non lo lusinga.
FIN DA SUBITO PRIMA SCELTA
“Meret poco bravo coi piedi? Non importa, un portiere deve essere bravo in porta”
Con queste dichiarazioni datate luglio 2018 l’allora tecnico del Napoli Carlo Ancelotti rendeva nota, seppur implicitamente, la sua scelta. Meret è stato fin da subito l’uomo su cui i partenopei hanno voluto puntare per difendere la porta.
Tuttavia la sua avventura in azzurro non inizia nel migliore dei modi con la frattura al braccio rimediata in allenamento a Dimaro che lo costrinse ad andare sotto i ferri. Dunque Giuntoli si vide costretto – complice anche un Karnezis non proprio convincente nella tournèe estiva – ad intervenire sul mercato, prendendo in prestito dall’Arsenal David Ospina.
Nonostante tutto, Meret qualche mese più tardi si prende il suo posto e lo fa senza troppi passi falsi. Anzi, le sue prestazioni si rivelano fin da subito importanti e capaci anche di portare punti utili alla causa.
Anche in vista del secondo anno il copione appare lo stesso: Meret prima scelta ed Ospina validissima seconda opzione. Spesso il colombiano per turnover scende in campo, ma il portiere nativo di Udine è intoccabile gerarchicamente parlando.
Tutto secondo i piani fino a quel famoso 5 novembre, quando nel ventre del San Paolo nel post Napoli – Salisburgo prese corpo quello che per molti si è rivelato un crocevia.
ARRIVA GATTUSO E TUTTO CAMBIA
“Il portiere deve parare, a me piace un certo tipo di gioco e Ospina ha un vissuto diverso. Meret è un patrimonio della società, ma sa che deve migliorare quest’aspetto”
Ebbene sì, quel portiere tanto lodato da Ancelotti, che lo definì addirittura “accostabile al primo Buffon”, viene messo in discussione da queste parole di Gattuso. Infatti, eccetto qualche presenza per assenza forzata di Ospina, Meret è retrocesso a ruolo di secondo.
Inevitabilmente cambia tutto: vengono meno le certezze, si rallenta il percorso di crescita sposato dalla società azzurra e soprattutto si affievolisce addirittura la possibilità di vederlo agli Europei, o al massimo in un ruolo ancora più marginale. Potrebbe infatti a questo punto perdere anche il ruolo di vice Donnarumma in Nazionale, vista la candidatura imponente del suo collega al Torino Salvatore Sirigu.
Uno scenario digerito in silenzio dal numero 1 azzurro, che tale lo è ad oggi soltanto numeri di maglia alla mano. Non possono mancare quindi le riflessioni del caso.
TUTTO DIPENDE DAL FUTURO DI GATTUSO. L’INTER INTANTO È ALLA FINESTRA
Quel che sarà di Gattuso non è dato sapersi, in quanto il suo contratto scade nel prossimo giugno. Il rinnovo automatico è previsto in caso di 4º posto, ipotesi meramente utopistica guardando la classifica attuale. Ma è chiaro che l’operato dell’ex Milan è sotto agli occhi di tutti: ha ricompattato un gruppo, facendo anche scelte coraggiose e quando è servito anche punitive.
Il rinnovo Ringhio se lo sta sudando sul campo e non è esclusa una sua riconferma, salvo scelte eventualmente pre impostate dal patron Aurelio De Laurentiis in merito alla guida tecnica.
È chiaro che l’eventuale permanenza di Gattuso all’ombra del Vesuvio possa coincidere con l’addio di Meret. Effettivamente un portiere così giovane e comunque di ottimo livello non può rimanere fermo, a patto che non ci sia di concerto con il calabrese un punto di incontro. Le qualità ci sono per emergere da queste sabbie mobili, ma nel contempo le riflessioni non possono latitare.
Ed ecco che alla finestra è guardinga l’Inter: i nerazzurri, considerando l’età di capitan Handanovic ed un Padelli insufficiente, starebbero tenendo sott’occhio la situazione relativa a Meret.
Si parla di ipotesi ovviamente, e quando nel calcio si inizia a parlare con il “se” il ribaltone è dietro l’angolo. Ciò è successo anche con lo stesso friulano che da governatore dei pali azzurri è relegato ad un ruolo secondario, che lo coarta a vivere una situazione fatta più di ombre che di luci. Nei prossimi mesi si saprà la verità: vincerà l’aziendalismo tanto invocato nei mesi addietro dalla società o l’arrivismo Gattusiano? Intanto Meret si impone, come lecito che sia, l’obiettivo di non perdersi.