Approfondimenti
ZONA CESARINI – Ungmennafélagið Stjarnan, per gli amici Stjarnan

Parlare di Roma questa settimana è dura e allora raccontiamo, in chiave calcistica, un altro mio amore: l’Islanda.
E’ una tappa obbligatoria nella vita. Io che tra l’altro non amo i viaggi solo di natura, ho trovato tutto ciò che cercavo e anche molto di più. Popolo fiero, interessato principalmente alla natura e alla conservazione della stessa. Senza alcun interesse per le mode o i marchi (multinazionali di vario genere, che in Europa imperversano ogni cento metri, hanno aperto e chiuso in pochi anni). Senza alcun interesse per sessismo, razzismo e altre idiozie. Un popolo gioioso.
Il calcio islandese sta sicuramente vivendo un ottimo momento. La nazionale di questa isoletta, sperduta nei ghiacci, ha disputato onorevolmente gli ultimi mondiali ed europei, nonostante a quelle altitudini, come quasi tutti i paesi nordici, il calcio sia considerato prettamente un gioco femminile.
Alla ribalta, però, pochi anni fa salì una piccolissima squadra di quel piccolissimo campionato: appunto l’impronunciabile club del titolo.
Nata nel 1960 nel piccolo paese di Garðabær, appena sotto Reykjavìk, raggiunge la massima serie, la Úrvalsdeild nel 2008, vincendo nel 2014 il suo primo, e unico finora, titolo. Qualcuno potrebbe ricordare che proprio l’anno prima giocò una dignitosa Europa League, arrivando ad affrontare l’Inter.
PICCOLA, ma funzionale, DIGRESSIONE GASTRONOMICA
L’Islanda non è famosissima per il cibo e sedersi a tavola, soprattutto per il portafogli, non è cosa consigliata. Ma tra i loro “gourmet” va provato, al costo di varie bestemmie, l’Hakarl, che poi sarebbero pezzettini di squalo, fatto essiccare a testa in giù, nella sua urina, dando allo stesso non solo il sapore dell’ammoniaca, ma anche la classica botta che dalle narici sale al cervello, propria dell’ammoniaca (il tutto accompagnato dalla loro vodka, il Brennivin).
Racconto questo non per spaventare i turisti. Ma perchè imagino che i giocatori dello Stjarnan di questo piatto ne abbiano abusato, per concepire quello che segue. Alla ribalta, infatti, i piccoli pescatori sono finiti grazie a You Tube. I loro gol sono stati accompagnati da esultanze mai viste, per genio ed elaborazione: dalla pesca al water close, dalla finta rissa al canottaggio. Biondissimi e glaciali pazzoidi da cui tutto ti aspetteresti meno che questa esuberanza.
Viva il giuoco del calcio.
Góð skemmtun og íslenskur styrkur (Buon divertimento e Forza Islanda)